Rapporto cave 2011


Il settore delle attività estrattive è oggi un perfetto indicatore per capire come un Paese è capace di immaginare il proprio futuro. Ossia di come pensa di tenere assieme identità e innovazione, tutela del proprio patrimonio storico culturale e sviluppo economico. Perché è un’ attività che ha accompagnato la storia urbana, riguarda da vicino tanti settori “pesanti” dell’economia – come edilizia e infrastrutture -, incrocia alcuni marchi del Made in Italy nel Mondo, come la ceramica e i materiali pregiati. E interessa fortemente il paesaggio e la qualità dei territori in cui le attività si svolgono, sollecita ragionamenti che riguardano il rapporto con una risorsa non rinnovabile come il suolo e la gestione dei beni comuni. Ma soprattutto oggi in molti Paesi europei si è messa in moto una profonda innovazione che ha permesso di ridisegnarne completamente i profili creando nuove imprese, lavoro in un ambito strategico della green economy. Non esistono infatti più scusanti credibili per non ridurre in maniera significativa il prelievo da cave attraverso il recupero e il riutilizzo degli inerti provenienti dall’edilizia e, attraverso regole trasparenti e una giusta tassazione, ridefinire il rapporto con il territorio di un’ attività che ha un impatto rilevantissimo.

Con questo Rapporto Legambiente vuole fornire un quadro aggiornato della situazione nelle diverse Regioni italiane, per evidenziare problemi e opportunità, ma soprattutto per aprire finalmente i riflettori su un tema di cui troppo poco si parla. Di cave in Italia non si occupa infatti nessun Ministero, né c’è una chiara consapevolezza da parte delle Regioni della rilevanza paesaggistica ed economica del settore. Lo studio è costruito attraverso un questionario inviato alle Regioni ed alle Province competenti, incrociando i dati con studi europei e di settore. Si occupa nello specifico dell’attività di cava, ma non delle miniere o dell’estrazione negli alvei fluviali in quanto vietata dalla maggior parte delle Autorità di Bacino fatta eccezione per specifiche esigenze idrauliche.

RAPPORTO CAVE 2011

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