30.09.2023 – EcoForum provinciale Messina sui Rifiuti e l’Economia Circolare. Un balzo in avanti nella raccolta differenziata registrato nei comuni messinesi, più della metà hanno superato il 65%
- data Settembre 30, 2023
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Nel 2022, la provincia di Messina conferma i progressivi miglioramenti nella gestione del ciclo dei rifiuti, registrando un balzo in avanti di 15 punti rispetto al 2021 raggiungendo il 59,5% di raccolta differenziata. Oltre la metà dei comuni (61 su 108) della provincia ha superato il 65% di RD, con comuni come Longi e Mirto che hanno addirittura raggiunto il 94% confermandosi come i comuni più ricicloni.
Ma sono da registrare anche i buoni risultati raggiunti dal Comune di Messina, la terza città più grande della Sicilia, che ha raggiunto il 53% di raccolta differenziata grazie all’estensione del porta a porta in tutti i quartieri cittadini.
Grazie ai rifiuti da differenziati avviati a riciclo, nel 2021 i comuni della provincia di Messina hanno avuto riconosciuto dal Consorzio Nazionale degli Imballaggi (CONAI) oltre 6 milioni e 600 mila euro di corrispettivi.
Questi sono alcuni dei dati emersi durante l’EcoForum provinciale sui rifiuti e l’economia circolare che si è svolto a Sant’Agata di Militello, promosso da Legambiente Sicilia in collaborazione con i circoli messinesi. con l’obiettivo di costruire una visione comune strategica necessaria per realizzare i cantieri dell’economia circolare e che ha visto la partecipazione di diversi sindaci, amministratori e operatori del settore della provincia.
Tuttavia, a fronte dell’aumento della raccolta differenziata, la provincia di Messina non dispone nel suo territorio di alcun impianto di riciclo, compresi quelli destinati al trattamento dell’organico, la frazione più consistente della raccolta differenziata.
A distanza di diversi anni dall’ avvio delle procedure autorizzative per la realizzazione di due impianti di biodigestione anaerobica, quello di Mazara Sant’Andrea proposto della SRR Messina Provincia e quello di Pace del Mela di A2a, non è ancora stato emesso il decreto PAUR. Ciò continua a comportare per i comuni messinesi ogni anno dei costi di conferimento fuori provincia, se non fuori regione, di oltre 200€ a tonnellata, superiori di più di 1/3 rispetto a quelli che sosterebbero se gli impianti di biodigestione anaerobica fossero già operativi.
Tanti i cantieri dell’economia circolare che nei prossimi mesi si apriranno nella provincia di Messina grazie ai fondi del PNRR. Due progetti per la realizzazione di nuovi impianti per il riciclo sono stati finanziati alla SRR Messina Metropolitana per oltre 40 milioni. Si tratta di un impianto di biodigestione anaerobica in contrada Mili a Messina, che, oltre alla frazione organica, tratterà anche i fanghi di depurazione prodotti dal vicino depuratore, trasformandoli in compost e in biometano. Inoltre, verrà realizzato un altro impianto per il riciclo dei prodotti assorbenti per le persone e dei tessili in contrada Pace, nel sito del vecchio inceneritore, chiuso nel 2011.
Altri 3 milioni e 400 mila euro saranno destinati al miglioramento e alla meccanizzazione della rete della raccolta differenziata attraverso la realizzazione di centri comunali di raccolta e isole ecologiche nonché l’implementazione della tariffa puntuale in diversi comuni della provincia.
“Anche nella provincia di Messina registriamo un nuovo approccio culturale e gestionale da parte dei sindaci e delle SRR nella gestione del ciclo dei rifiuti che sta dando buoni risultati sulla raccolta differenziata – dichiara Tommaso Castronovo responsabile Rifiuti ed Economia Circolare di Legambiente Sicilia – e raccogliamo, facendolo ancora una volta nostro, il loro appello nel chiedere al Governo regionale un impegno concreto per ridurre drasticamente i tempi delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti industriali per il riciclo, quelli attualmente in istruttoria alla Regione e quelli che saranno finanziati dai fondi del PNRR e che dovranno giocoforza concludersi entro il 2026. È scandaloso – continua – che a causa dei ritardi registrati finora, di oltre due anni, per l’autorizzazione della realizzazione del polo impiantistico di Mazzara Sant’Andrea, che avrebbe messo in sicurezza anche la discarica, si continui a sperperare decine di milioni di euro per la bonifica del percolato”.
Durante l’EcoForum provinciale è stata appresa la notizia della scoperta della maxi discarica nel greto dei torrenti Mela e Patri a Barcellona del Pozzo di Gotto.
“Nonostante l’eccezionale impegno quotidiano di molti cittadini e cittadine nella tutela del territorio, anche abbandonando pratiche ormai obsolete e adottando uno stile di vita più sostenibile – afferma Vanessa Rosano, direttrice regionale dell’associazione- ci sono ancora molte persone, veri e propri criminali ambientali, che non si fanno scrupoli a commettere gravi reati contro l’ambiente a danno anche di loro stessi e dei propri conterranei. Non credano di sfuggire alle conseguenze delle loro azioni. Per questo, anche nei confronti degli responsabili dell’orribile degrado ambientale dei torrenti Mela e Patri a Barcellona del Pozzo di Gotto, agiremo legalmente costituendoci parte civile”.
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