14.12.2016 – Legambiente su macellazione clandestina, 33 misure cautelari nel Messinese
- data Dicembre 15, 2016
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“L’operazione di stamane è l’ennesima conferma della radicata presenza di vere e proprie organizzazioni criminali attive all’interno del Parco dei Nebrodi e nei territori circostanti” dichiara Rossella Muroni, presidente di Legambiente, sull’operazione di polizia odierna nel Parco dei Nebrodi, che ha portato all’esecuzione di 33 misure cautelari nei confronti di allevatori e veterinari. “Proprio ieri – prosegue Muroni – abbiamo consegnato il premio Vassallo al sindaco di Troina, Sebastiano Venezia, per il suo impegno nel contrasto alla criminalità organizzata nel territorio del Parco in cui ricade il Comune che lui amministra. Ora, le indagini condotte dai poliziotti del commissariato di Sant’Agata di Militello, guidato dal vicequestore aggiunto Daniele Manganaro, stanno portando alla luce uno spaccato di agromafia davvero efferata e pericolosissima, antica e moderna allo stesso tempo”.
Da quanto emerge infatti dalle indagini, le persone indagate farebbero parte di una filiera criminale che prende piede con i furti di bestiame, prosegue con la somministrazione agli stessi di sostanze dopanti e illegali per finire con la macellazione clandestina, quindi la vendita al dettaglio.
“Il nostro plauso va alle forze dell’ordine, alla procura di Patti e a tutte le istituzioni che stanno sostenendo questo nuovo percorso di legalità all’interno del Parco dei Nebrodi – aggiunge Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – rispetto a un territorio dove appare troppo alta la commistione fra interessi pubblici e squallidi interessi privati, alle volte concentrate in singoli individui, come dimostra anche l’inchiesta di oggi. Colpire queste organizzazioni ecocriminali vuol dire sia salvaguardare l’economia sana e sostenibile di aree già gravata da grave crisi economica e occupazionale, dando una speranza per chi decide di rimanere e investire qui, che tutelare la salute dei cittadini, visto che la macellazione clandestina è la causa dell’impennata di casi di brucellosi e tubercolosi in questa zona del messinese”.
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