23.09.2016 – Il mancato adeguamento di impianti e reti di depurazioni e le pesanti sanzioni dell’UE. Legambiente Sicilia chiede alle Corte dei Conti di aprire un procedimento per danno erariale
- data Settembre 23, 2016
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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La sanzione è stata comminata per non avere adempiuto agli obblighi previsti nel 1991, ben venticinque anni fa, e che dovevano essere adempiuti entro il 2000. Oltre a questa inadempienza, i “signori delle acque” sono stati condannati nel luglio 2012 ed anche nel 2014 per la mancata depurazione dei reflui. “In questo periodo – dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia – l’unica attività è stata il susseguirsi di nomine di Commissari Straordinari, di emanazione di deroghe alle normative sugli appalti, ma neanche un’opera. Va ricordato anche che le competenze sono passate dal Dipartimento regionale Ambiente ad uno nuovo di zecca, Acqua e Rifiuti, che si sta distinguendo per la sottrazione, nei due campi, di 180 euro a famiglia di risorse comunitarie. L’ultimo disperato tentativo di fare ricadere la responsabilità di tutto ciò sui Comuni è destinato a fallire perchè la norma assegna agli stessi solo facoltà di intervento, ma non obbligo”.
Ugualmente nel campo dei rifiuti già nel 2009 l’ Unione Europea aveva avvertito l’Italia che la tritovagliatura non era un trattamento conforme e che doveva essere effettuata la raccolta differenziata per ridurre drasticamente il quantitativo da smaltire, “ma i Commissari governativi – sottolinea Zanna – hanno fatto altro per generare condizioni di ulteriore emergenza per aggirare le leggi ordinarie”.
Legambiente chiede, quindi, alla Procura regionale della Corte dei Conti di aprire un procedimento per danno erariale nei confronti di tutti i soggetti, dai Presidenti del Consiglio responsabili della individuazione e nomina dei Commissari straordinari, ai Presidenti della Regione, Assessori e Dirigenti che si sono succeduti a partire dalle date dei pareri motivati dell’Unione Europea.
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