03.05.2013 – Legge finanziaria della Regione Siciliana. Legambiente: vincono le clientele, cala la scure sulle politiche ambientali.Condannate alla precarietà aree naturali protette, ARPA e beni culturali
- data Maggio 03, 2013
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“La lettura della finanziaria approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana continua a far emergere dati incredibili – dichiara Mimmo Fontana Presidente Regionale di Legambiente Sicilia – Non solo non c’è stato alcun radicale cambiamento sulla qualità della spesa, ma alcuni importanti settori sono stati immotivatamente mortificati. Risorse immediatamente disponibili sono andate ad alimentare e consolidare un sistema inaccettabile di elargizioni e contributi a pioggia, mentre sono stati operati tagli o non sono state garantite risorse sufficienti per la gestione delle aree naturali protette o per l’effettuazione degli indispensabili controlli ambientali”.
“Sarebbero stati sufficienti pochi milioni di euro per garantire il sistema delle riserve naturali o per il funzionamento dell’ARPA – dichiara Angelo Dimarca Responsabile Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – ed invece nella notte del 1° maggio, con uno stravolgente emendamento all’articolo 53 della finanziaria, è stato previsto che la copertura di tali spese, peraltro incomprimibili e relative a funzioni obbligatorie, verrà (forse) garantita solo dal risparmio realizzabile sul servizio sanitario. A spese certe si dovrebbe far fronte, quindi, con entrate dubbie! Così non è stato invece per le spese di natura clientelare che hanno avuto immediata copertura a danno di ambiente e ben culturali”.
Legambiente stigmatizza che rischia di essere inferto un colpo durissimo alle politiche ambientali, fondamentali per uno sviluppo di qualità e sostenibile della nostra regione. Sono state congelate oltre il 40% delle somme necessarie per il funzionamento delle riserve naturali, ed è indicativo e grave che analoga tragica sorte sia stata riservata anche alla cultura ed al sostegno di importanti istituzioni pubbliche in tale settore, con un taglio mostruoso dell’84% alle risorse destinate all’Assessorato regionale ai beni culturali.
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