25.04.2013 – Salvalarte Madonie. Sabato 27: Himera, Petralia Soprana, Castelbuono. Domenica 28: Gratteri, Petralia Sottana
- data Aprile 25, 2013
- autore ufficiostampa
- In Beni culturali
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Ultimo fine settimana della settima edizione di Salvalarte Madonie. Tanti gli appuntamenti in programma, tra cui quello all’area archeologica di Himera, sabato mattina alle 10.00. “Abbiamo raccolto- sottolinea Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia – l’appello della direttrice del Parco archeologico di Himera e, quindi, andremo con i volontari a pulire il Tempio della Vittoria. È il pretesto per denunciare lo stato di incuria in cui versano tutte le aree archeologiche siciliane”.
Programma di sabato 27 e domenica 28 aprile
Sabato 27 Himera, a 50 anni dalla prima campagna di scavi,
ore 10, iniziativa per la pulizia del Tempio della Vittoria e dell’area archeologica.
Himera fu fondata nel 648 a.C. da Greci d’origine mista, calcidese e dorica, provenienti da Zankle (Messina), dalla Grecia e da un gruppo di enigmatici Myletiadi, ricordati da Tucidide come fuoriusciti per motivi politici da Siracusa.
L’esplorazione archeologica di Himera, dopo l’identificazione del sito nel XVI secolo, venne avviata dalla Soprintendenza Archeologica di Palermo tra il 1926 e il 1930 con le prime indagini alla necropoli est e con lo scavo del Tempio della Vittoria. Ma esplorazioni sistematiche, concentrate soprattutto sulla città alta (abitato e santuario di Athena) iniziarono nel 1963 e vennero condotte a cura dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo.
Attualmente, sono aperte al pubblico l’area del Tempio della Vittoria e quella della città alta, che offre al visitatore un panorama articolato dei principali aspetti di una realtà coloniale greca d’età arcaica e classica: edifici monumentali, assetto urbanistico e cultura abitativa.
Petralia Soprana, ore 17, Sala Polifunzionale, nell’ambito della mostra Auxiliatores Bibliotheca, conversazione per la conoscenza e la tutela dell’antico patrimonio librario comunale.
Le opere esposte nella mostra, che vanno dal 1497 al 2013, sono una rappresentanza, se pur significativa ma minima, del patrimonio posseduto dalla Biblioteca comunale.
Castelbuono, ore 17.30, Chiesa dell’Annunziata, incontro per chiederne la sua salvaguardia e il suo restauro.
La Chiesa Maria Santissima Nuntiata viene costruita all’interno del baglio grande del Castello dei Ventimiglia, nella seconda metà del XVI secolo, probabilmente successivamente alla trasformazione della precedente Chiesa di San Filippo a teatro di corte, posto frontalmente a questa.
Nel 1620, per volontà di Maria Ventimiglia Spadafora, moglie di Francesco III Ventimiglia, la Chiesa viene “restaurata” e adeguata ai nuovi movimenti estetici del periodo.
Più che un vero ampliamento si doveva trattare di un adattamento della Chiesa, che coincide, dopo annosi tentativi e controversie.
La Chiesa è impreziosita da molte opere d’arte di pregevole fattura bisognose di restauro, ma è la struttura muraria con la volta a destare grandi preoccupazioni, perché estesamente lesionate con evidenti infiltrazioni d’acqua dai tetti e dai muri esterni che compromettono la stabilità degli affreschi e degli stucchi. La parte centrale della navata della Chiesa è interamente puntellata, da diversi anni, per motivi di sicurezza.
Gli ultimi restauri del 1992 hanno interessato il consolidamento della struttura esterna e il rifacimento del pavimento maiolicato, secondo il modello antico, completamente distrutto e frammentato dall’uso e dall’umidità di risalita.
Domenica 28 Gratteri, ore 11, Chiesa di Sant’Andrea, iniziativa per sollecitare un intervento di manutenzione.
Sulla fondazione della Chiesa di Sant’Andrea sono riscontrabili due datazioni diverse, differenti di circa un secolo. Quella che vediamo più ricorrente è la data intorno al 1415, che si legge nel volume Gratteri – storia, cultura, tradizioni – di Isidoro Scelsi, ben meritato punto di riferimento della storia gratterese. Non dissimile è la datazione che si trova in Sicilia da conoscere (Ed. Nocera, San Cataldo 1998) di Santi Correnti, il quale colloca la costruzione della chiesa pure nel secolo XV. Diversa è invece la datazione che si può ricavare dall’articolo in Abitare a Gratteri (Facoltà di Architettura di Palermo 1978-79) di Giuseppa Di Francesca. Costei precisa che «tra il XVI e il XVII sec. l’insediamento di espandeva verso est oltre il torrente, insistendo sulla collina di fronte al monte S. Vito …». E aggiunge che «segni caratteristici di questo nuovo assetto urbano sono la costruzione del ponte nuovo, a monte del ponte vecchio, la chiesa di S. Andrea e la chiesa di S. Giacomo».
La chiesa, non avendo subito modificazione alterative nella facciata, conserva l’aspetto esterno originario, salvo la mutilazione della scalinata del prospetto, ridotta, per ragioni di viabilità, nelle dimensioni e dotata di un passamano metallico non proprio in linea con lo stile architettonico del complesso.
Resta tuttavia intatto il pregevole portale in pietra, sormontato da un fregio prominente su cui spiccano, sovrapposte, due sculture laterali e una centrale, in cui sembra ravvisarsi la figura di un pesce. Ma la vera attrattiva della chiesa sta nella posizione elevata che ne fa un elemento architettonico di decorosa presenza panoramica.
Petralia Sottana, ore 17, Aula consiliare, presentazione di un progetto di conoscenza e fruizione degli antichi tunnel borbonici.
A Petralia Sottana la tradizione popolare ritiene che il sottosuolo del centro abitato sia attraversato da un grande tunnel a cui veniva attribuita la funzione di collegamento tra gli edifici monasteriali.
Tante le storie che ruotano intorno a questa credenza; si narra che fosse sede di incontri promiscui tra religiosi, ma anche di come via di fuga per quanti volessero sfuggire alla giustizia, o riparo durante i conflitti bellici. Le voci trovarono conferma quando nel 1988, durante i lavori di adeguamento della rete fognaria, in prossimità della Chiesa della Santissima Trinità, si verificò un crollo che portò alla luce un tratto del tunnel citato da Giuseppe Inguaggiato Collisani nei suoi scritti. Le successive esplorazioni, soprattutto all’altezza della Chiesa di San Francesco, hanno effettivamente accertato l’esistenza di un tunnel che percorre l’intero centro storico, e altri cunicoli il cui tracciato è stato momentaneamente rilevato parzialmente.
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