20.01.2012 – Forconi. Indignazione sacrosanta, illegalità intollerabile
- data Gennaio 20, 2012
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA, Società
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Protesta Forconi: “I metodi con i quali si sta svolgendo la protesta che da giorni paralizza la Sicilia fa passare in secondo piano anche alcune delle buone ragioni della protesta stessa. Quando si lede così gravemente la libertà degli altri, l’unica cosa rilevante rimane l’illegalità dei comportamenti. Per questa semplicissima ragione riteniamo che la più grave delle conseguenze della protesta sia la scomparsa dello Stato! Uno Stato sta lasciando da giorni milioni di cittadini siciliani ostaggio di comportamenti violenti che non possono trovare alcuna giustificazione”. Dichiarazione di Mimmo Fontana, presidente regionale Legambiente Sicilia
“I metodi con i quali si sta svolgendo la protesta che da giorni paralizza la Sicilia fa passare in secondo piano anche alcune delle buone ragioni della protesta stessa. Sequestrare degli operai dentro una fabbrica, bloccare strade e treni, gettare intere cisterne di latte fresco, lasciare marcire tonnellate di frutta e verdura, minacciare autisti di bus, imporre la chiusura delle attività commerciali, come in alcuni paesi faceva la mafia in occasione dei funerali dei mammasantissima, non sono metodi associabili a una legittima protesta. Anche la protesta più dura deve rispettare regole minime di civiltà. Quando si lede così gravemente la libertà degli altri, l’unica cosa rilevante rimane l’illegalità dei comportamenti. Per questa semplicissima ragione riteniamo che la più grave delle conseguenze della protesta sia la scomparsa dello Stato! Uno Stato sta lasciando da giorni milioni di cittadini siciliani ostaggio di comportamenti violenti che non possono trovare alcuna giustificazione. E in una terra come la Sicilia un segnale così palese di debolezza da parte dello Stato può rappresentare un pessimo presagio, soprattutto in vista di una stagione come quella che si sta aprendo che sarà molto calda sul piano sociale.
La grave crisi economica che la Sicilia sta attraversando, acuita rispetto ad altre regione italiane dalla pessima qualità delle sue classi dirigenti, sta creando frustrazione e disperazione che non intendiamo sottovalutare. Riteniamo però che la sacrosanta indignazione dei siciliani debba esser incanalata nell’alveo della democrazia e debba avere come obiettivo un cambiamento autentico.
Non è con slogan vetero-autonomisti o con generiche accuse contro i “politici” che ci hanno governato in questi anni (votati anche dai manifestanti di oggi) che si risolvono i problemi.
Smettano i partiti di solidarizzare con gli atti violenti e provino ad interpretare, se ne sono ancora capaci, gli autentici bisogni della Sicilia. Si assumano la responsabilità di proporre politiche capaci di rilanciare strutturalmente l’economia siciliana in un quadro evoluto di sostenibilità ambientale, piuttosto che accodarsi, più o meno esplicitamente, a chi grida più forte.
Facciamo,infine appello ai massimi rappresentanti dello Stato perché vengano al più presto ripristinate in modo pieno condizioni di libertà per i cittadini siciliani. Accettare seppur temporaneamente e solo parzialmente che in una parte della Repubblica Italiana possano essere sospesi alcuni diritti costituzionali è una colpa gravissima, soprattutto se ciò avviene in una regione ad altissima densità mafiosa come la Sicilia.
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