04.02.1015 – Legambiente diffonde i dati di bilancio 2024 di Mal’Aria di città sull’inquinamento atmosferico nei capoluoghi di provincia . Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. Palermo e Catania tra le città più inquinate
- data Febbraio 04, 2025
- autore ufficiostampa
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Solo cinque anni ci separano dai nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, ma le città italiane sono drammaticamente impreparate: l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030. È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente “Mal’Aria di città 2025“, che l’associazione ambientalista lancia oggi, a Milano, nel giorno di avvio della sua campagna itinerante Città2030, come cambia la mobilità che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile e che renda le strade più sicure, a partire dagli utenti più deboli come i pedoni e i ciclisti.
Il report Mal’Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (PM10) e al biossido di azoto (NO2). Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento – dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano.
Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di PM10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro che secondo Legambiente rivela come l’inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere.
In Sicilia a Catania è stata la stazione di viale Vittorio Veneto a registrare il maggiore numero di sforamenti con 46 giorni nei quali è stata superata la soglia limite dei 50 microgrammi/metro cubo di PM10.
Diverse situazioni critiche si sono registrate anche per l’atro inquinante monitorato, il biossido di azoto NO2. In particolare, a Palermo in ben 3 centraline (Di Blasi – 59, Castelnuovo – 46 e Belgio -43) ed una a Catania (sempre quella di Vittorio Veneto – 42) sono stati rilevati superamenti della soglia media annuale di NO2 (40 microgrammi/metro cubo)
Se per le medie annuali di PM10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il PM10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero dunque fuorilegge.
In Sicilia tutti i comuni capoluoghi, ad eccezione di Enna, sarebbero in violazione delle nuove normative riguardanti il PM10. In particolare Catania e Palermo sono i comuni che devono ridurre maggiormente le concentrazioni attuali, rispettivamente del 35% e del 33%. Non se la passano meglio Siracusa e Ragusa che dovranno ridurre le concentrazioni del 22% e 18% per rispettare i limiti della nuova direttiva europea.
Preoccupano i valori registrati di NO2 a Palermo (40 µg/mc il limite soglia) che si colloca tra i più alti del paese e supererebbero del 50% i nuovi limiti fissati al 2030.
“Procediamo troppo lentamente e timidamente nell’attuare gli interventi per eliminare le cause delle emissioni degli inquinanti atmosferici e migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città. – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia –. Abbiamo poco meno di 5 anni a disposizione per rientrare nei limiti più stringenti previsti dalla Direttiva europea al 2030 per tutelare la salute dei cittadini. Preoccupano gli sforamenti giornalieri e annuali registrati in alcune centraline di Catania e Palermo. Questo incide anche sulla salute dei cittadini e sul nostro sistema sanitario sempre più messo a dura prova. Per questo occorre rapidamente applicare misure mirate per ridurre gli inquinanti nelle nostre città, disincentivando il traffico veicolare e potenziando il trasporto pubblico di massa, incentivando e sostenendo l’elettrificazione per una mobilità sostenibile e per il riscaldamento domestico. In particolare, è necessario accelerare il completamento dei lavori della metropolitana a Catania, i lavori dell’anello e del passante ferroviario a Palermo, e la realizzazione delle nuove linee del tram. Occorre estendere nelle nostre città la ZTL, le strade a 30km e le reti ciclo pedonali. In questo modo, potremmo garantire ai cittadini un’aria più pulita e città più sicure e a misura d’uomo”.
Per uscire dall’emergenza smog – evidenzia Legambiente – servono politiche strutturali che incidano tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento. Le priorità sono:
- Ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro: da un lato potenziare con forza il trasporto pubblico che deve essere convertito con soli mezzi elettrici entro il 2030, dall’altro avviare uno stop progressivo ma anche incisivo ai veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della “città dei 15 minuti”, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso.
- Accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, mappando quelli esistenti e programmando l’abbandono progressivo delle caldaie a gasolio, carbone e metano in favore di sistemi come le pompe di calore a gas refrigeranti naturali;
- Intervenire sul settore agrozootecnico, specialmente nel bacino padano dove le condizioni geografiche e meteorologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti, riducendo gli allevamenti intensivi e le conseguenti emissioni di metano e ammoniaca attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche e il controllo degli spandimenti;
- Integrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria, considerando anche il ruolo del metano nella formazione dell’ozono troposferico.
La campagna Città2030: come cambia la mobilità. Oggi, 4 febbraio, prende il via la nuova edizione di Città2030, la campagna itinerante di Legambiente che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per promuovere una mobilità sostenibile, chiedendo centri urbani più vivibili, accessibili e sicuri. Il programma prevede incontri con amministrazioni locali, esperti e cittadini per discutere le sfide della mobilità da vincere entro il 2030, anno in cui entrerà in vigore la nuova la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria (AAQD). Inoltre, il Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale, fissa l’obiettivo di dimezzare le vittime sulla strada proprio entro il 2030, rendendo ancora più urgente una trasformazione del modo di muoversi nei centri urbani. Accanto al dibattito, la campagna porterà in piazza iniziative pubbliche come flash mob, presidi e attività di bike to school, con focus su Tpl, sharing mobility, mobilità elettrica e Città30.
Due tappe spin-off a Cassino e Pomigliano d’Arco saranno dedicate alla crisi del settore automotive e anticiperanno l’evento conclusivo della campagna, in occasione della tappa di Roma: il “Forum Mobilità: dalle politiche urbane a quelle industriali. Come cambia la mobilità in Italia?”. L’appuntamento finale, in programma il 18 marzo, presso la Sala delle Bandiere, Commissione europea Rappresentanza in Italia, riunirà rappresentanti del settore automotive del nostro Paese, i sindacati, i player della mobilità elettrica, della micromobilità e gli amministratori dei capoluoghi impegnati nella transizione verso un nuovo modello di mobilità.
Il tour 2025 parte oggi a Milano, dove tornerà il 14 febbraio, per poi proseguire verso Genova (11 -12/02), Firenze (13 -14/02), Prato (14/02), Modena (22/02), Bologna (24/02), Torino (27/02), Padova (28/02-1/03), Perugia (28/02-1-2/03), Pescara (05/03), Trieste (06/03), Napoli (7/03), Messina (7-8/03), Olbia (7-8/03), Avellino (10/03), Reggio Calabria (13/03), Brindisi (14/03) e concludersi a Roma (17-18).
Anche quest’anno, Legambiente rilancia la petizione online “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”, chiedendo al Governo interventi urgenti per contrastare l’inquinamento atmosferico, a partire da nuove misure per la mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/malaria
*Note metodologiche: l’unità di misura con la quale vengono espresse le concentrazioni di NO2, e PM10 è microgrammi per metro cubo di aria (µg/mc). Per quanto riguarda il biossido d’azoto (NO2), le città capoluogo di provincia di cui è stata ricavata la media annuale sono 98; per il PM10 (sia per le medie annuali che per gli sforamenti giornalieri) sono 98. La media annuale è stata calcolata come media delle medie annuali delle singole centraline di monitoraggio ufficiale delle Arpa classificate come urbane (fondo o traffico)
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