27.09.2024 – Una buona notizia per l’economia circolare e per la città di Palermo: autorizzato l’impianto di biodigestione anaerobica a Bellolampo, dopo 2 anni e 6 mesi
- data Settembre 27, 2024
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Con decreto del 25/09/2024, il Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana ha rilasciato il provvedimento autorizzativo unico regionale (PAUR) per il progetto di ammodernamento dell’impianto di Bellolampo. Il progetto prevede l’inserimento di una sezione di digestione anaerobica della frazione organica, finalizzata alla produzione di biometano e compost di qualità.
Nonostante la lentezza della burocrazia (sono stati necessari 4 anni affinché RAP presentasse la proposta e 2 anni e 6 mesi per ottenere le autorizzazioni dalla Regione), finalmente la città di Palermo disporrà di un impianto utile e necessario per la gestione integrata dei rifiuti. Ciò consentirà di avviare la trasformazione della discarica di Bellolampo in una piattaforma tecnologica per l’economia circolare.
L’impianto di biodigestione anaerobica, che sarà realizzato in project financing dalla società Asja, avrà una capacità di trattamento di 60.000 tonnellate all’anno di frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata e 18.000 tonnellate all’anno di residui da potature della città di Palermo. Da questi materiali verranno prodotti 14.500 tonnellate di compost di qualità e 5.267.000 Sm3 di biometano all’anno.
Per garantire la piena operatività e la massima capacità dell’impianto, la città di Palermo dovrà quadruplicare, entro il prossimo anno, la raccolta della frazione organica, attualmente ferma a 14.000 tonnellate annue. Questo obiettivo richiederà necessariamente, e non più procrastinabile, l’avvio della raccolta differenziata porta a porta in tutta la città, comprese le utenze commerciali (come i servizi di ristorazione).
“Questi sono gli impianti di cui abbiamo bisogno per liberarci dai rifiuti e dalle discariche, contribuendo alla decarbonizzazione. Sono impianti che rendono del tutto inutili gli inceneritori, costosi e inefficaci, voluti da Schifani” – afferma Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia -. Mentre il presidente della Regione ottiene poteri straordinari e chiede deroghe a vincoli di presidio della legalità – come quelli previsti dal codice degli appalti – per accelerare la costruzione degli inceneritori, al contrario, gli impianti per il riciclo e a supporto della raccolta differenziata incontrano ostacoli burocratici e normativi. Questi ritardi, quando non addirittura impedimenti e definanziamenti, ostacolano il raggiungimento degli obiettivi di riduzione e riciclo stabiliti dalle direttive europee e dalla strategia nazionale per l’economia circolare”.
Un esempio significativo è rappresentato dagli impianti di biodigestione anaerobica di Mazzarrà Sant’Andrea, proposto dalla SRR Messina Area Metropolitana, o quello di San Filippo del Mela, di proprietà di A2A, entrambi al centro di lunghe controversie con la Regione. Anche l’impianto di compostaggio di Calatafimi Segesta ha subito ritardi, così come l’impianto di biodigestione previsto a Catania, proposto dalla SRR Catania Area Metropolitana, che rischia di essere escluso dai finanziamenti FESR.
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