22.12.2020 – Troina. Abbandono ed incuria dell’Abbazia di San Michele Nuovo. Legambiente propone la gestione pubblica di un bene che appartiene a tutta la comunità. La gestione, la valorizzazione del patrimonio storico deve essere affidata al Comune
- data Dicembre 22, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Uno dei simboli della città di Troina, l’Abbazia di San Michele Nuovo, sta crollando sotto gli occhi di tutti. Il cenobio non gode di ottima salute; lo stato di abbandono e di incuria in cui versa, ha concesso al tempo di completare quello che l’uomo non ha mai fatto.
I ruderi, che si trovano in un terreno privato, raccontano l’eredità storica della città di Troina. Lo scorso 15 dicembre è avvenuto un ennesimo crollo che ha distrutto la facciata di destra del grande edificio monastico. Il crollo ha interessato altre parti dell’edificio compresi i piloni del prospetto est ed il timore è che ciò che resta potrebbe crollare del tutto entro il corso dell’inverno. La messa in sicurezza non è rinviabile.
Legambiente ha denunciato più volte i crolli delle murature, l’uso improprio dei resti, le colpevoli disattenzioni da parte delle Autorità competenti e del proprietario, l’Oasi di Maria SS., e anche questa volta non può stare ferma ad assistere, attonita.
Il Monastero deve essere preservato, è necessario intervenire immediatamente. Legambiente propone la gestione pubblica di un bene che appartiene a tutta la comunità. La gestione, la valorizzazione del patrimonio storico deve essere affidata al Comune, solo in questo modo è possibile preservare quei simboli, appartenenti alla memoria collettiva, che purtroppo sono lasciati al degrado totale.
Storia
San Michele Nuovo fu costruito nel XVIII secolo per sostituire l’edificio di San Michele il Vecchio, gravemente danneggiato dal sisma del 1735 e costruito nel XI sec. per volere del Gran Conte Ruggero I sul colle dei Carinei e del quale, anche quelli abbandonati, sorgono i resti a valle di Troina.
Il progetto originario, databile al 1748, è da attribuire a Francesco Battaglia che in quegli anni completava la chiesa della Trinità di Catania e interveniva per consolidare il quarto abbaziale dell’altro cenobio brasiliano troinese, quello di Sant’Elia e San Silvestro. Il progetto e la forma dell’abbazia subirono una sostanziale revisione negli anni ottanta del secolo XVIII ad opera dell’Abate Gulli, stretto collaboratore di Venanzio Marvuglia e direttore dei lavori del restauro e della realizzazione della cupola in Santa Maria di Randazzo.
L’Abbazia sopravvisse quasi integra sino ai primi anni del secolo XX e di essa esistono diverse immagini capaci di farci immaginare la magnificenza dell’edificio.
Purtroppo la scarsa sensibilità dei governanti dell’epoca, l’incuria del tempo e l’inciviltà della gente, lo ha ridotto allo stato attuale.
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