28.04.2020 – Lampedusa. Legambiente Sicilia si oppone al progetto del viadotto stradale, su piloni in calcestruzzo in mezzo al mare, nell’area vincolata di Cala Salina che dovrebbe collegare il Porto vecchio con il Porto nuovo. Chiesto alle Autorità preposte alla vigilanza sugli atti in materia di lavori pubblici ed alla Procura della Repubblica di Agrigento di verificare la legittimità degli atti
- data Aprile 28, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Legambiente Sicilia si oppone al progetto promosso dall’Amministrazione Comunale di Lampedusa per realizzare all’interno dello specchio marino del porto a Cala Salina (sotto piazza Castello) un viadotto stradale per collegare il Porto vecchio con il Porto nuovo, in un’area sottoposta a molteplici vincoli ambientali e paesaggistici. L’opera, costituita da un viadotto stradale lungo 133 metri su piloni in calcestruzzo in mezzo al mare, ricade in una delle aree più vincolate di tutta l’isola, nei pressi dell’area di interesse archeologico di Cala Salina dove sono presenti le vasche romane di lavorazione del pesce di epoca romana imperiale, tutelate sin dal 1992 e acquisite al demanio regionale dei beni culturali. “L’amministrazione comunale – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – ha ripescato un vecchio progetto del 1987, ben 30 anni fa. È utile ricordare al Sindaco, che nel frattempo il mondo è andato avanti e dovrebbe sapere che la tutela dell’area è stata ulteriormente rafforzata con l’adozione del Piano Paesaggistico e che è impossibile realizzare un simile viadotto in mezzo al mare, a ridosso di un’area archeologica e con una simile tipologia costruttiva e tracciato non rispettosi dei valori paesaggistici e dell’andamento della costa. E ancora, l’opera si troverebbe all’interno della Zona di Protezione Speciale ITA 040013, individuata per motivi naturalistici dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione Europea per le finalità della Direttiva UE “Uccelli”. Non si ha traccia, infine, di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione di Incidenza. Chiediamo, quindi, alle Autorità preposte alla vigilanza sugli atti in materia di lavori pubblici ed alla Procura della Repubblica di Agrigento di verificare la legittimità degli atti relativi a tale opera ed all’ulteriore progetto di adeguamento delle altre banchine portuali e la correttezza dell’iter sino ad oggi seguito, con particolare riferimento ai vincoli ambientali, paesaggistici ed urbanistici esistenti e alle disposizioni in materia di opere pubbliche”.
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