15.01.2020 – #opereprioritarie per il Green New Deal. Sono 12 le opere prioritarie che Legambiente ha individuato in Sicilia per aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture, produrre un salto di qualità nella modernità
- data Gennaio 15, 2020
- autore ufficiostampa
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“Sono 12 le opere pubbliche individuate in Sicilia nel dossier #opereprioritarie di per fare aprire i cantieri e rilanciare investimenti e occupazione. Nel lungo e certosino elenco stilato, – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – ci sono opere che devono essere completate da decenni, che ben conosciamo, e riguardano soprattutto il trasporto, il grande assente dell’isola. Tutte queste opere una volta completate, porterebbero anche la Sicilia nella modernità e contribuirebbero al Green New Deal. Chiediamo, quindi, a chi di competenza, che si sblocchino tutte le opere. Come si evince dal dossier, non occorre inventarsi il lavoro, basterebbe solo fare”.
Di seguito l’elenco che riguarda la Sicilia:
TRASPORTI – A quando il potenziamento della linea Siracusa-Ragusa-Gela-Canicattì? Nel 2005 il progetto per l’elettrificazione e riqualificazione della linea prevedeva 6 anni di lavori e 183 mln di euro di investimenti iniziali. Secondo il progetto, a regime il tempo di percorrenza complessiva dei treni viaggiatori diventerebbe di 30 minuti contro le attuali tre ore. A oggi se ne sono stati spesi solo 38 milioni per la tratta Licata-Comiso. Intanto, nonostante la tratta ferroviaria colleghi ben quattro province, la velocità media è di 55 km orari. Aumentano solo le proteste dei pendolari.
TRASPORTI – La tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela è messa male La ferrovia Catania-Caltagirone-Gela è una linea ferroviaria a binario unico che, trasversalmente, collega il versante jonico e il versante mediterraneo della Sicilia attraversando alcuni grossi centri urbani. La tratta Catania-Caltagirone è stata rimessa in esercizio a febbraio 2019, dopo due anni di chiusura per lavori di manutenzione straordinaria, ma il tracciato è ancora in larga parte quello originario del 1892 e i tempi di percorrenza elevati. Si rende necessario il suo adeguamento sia in termini di tracciato che di elettrificazione, essendo ancora utilizzato da automotrici diesel. Nella tratta Caltagirone-Gela dall’8 maggio 2011 al km 326+600 la linea è interrotta per il crollo di un viadotto, demolito nel 2014. Dai controlli fatti è stato appurato che altri viadotti sono a rischio e necessitano di manutenzione straordinaria se non proprio la ricostruzione. Anch’essa non è stata elettrificata. Ad agosto 2018 è stato presentato pubblicamente un progetto preliminare che potrebbe contare su 90 mln di euro. Altro non è dato sapere. Il bacino d’utenza della tratta a lavori ultimati sarebbe di circa 250.000 abitanti e, una volta aperta la stazione ferroviaria nei pressi dell’aeroporto di Catania, potrebbe essere un ottimo strumento alternativo all’auto e al pullman per quanti usufruiscono dell’aeroporto. Inoltre, il collegamento ferroviario Catania-Gela con il potenziamento della tratta Gela-Ragusa metterebbe in rete i due aeroporti di Catania e di Comiso garantendo quel servizio che chiedono i turisti, per potersi muovere nella val di Noto con mezzi moderni all’altezza degli standard europei.
TRASPORTI – Venti anni in attesa del cantiere di raddoppio dei binari tra Fiumefreddo (CT) e Giampilieri (ME) L’opera è inserita nel potenziamento della direttrice Messina-Catania-Palermo. Si tratta di 42 km di ferrovia a doppio binario, in variante rispetto alla linea attuale, di cui 38 Km in galleria, già inclusa nel contratto di programma con RFI dal 2000 e il cui tracciato preliminare risale al 2003. Il 2005 era l’anno di fine lavori. Il raddoppio della linea fra Giampilieri e Fiumefreddo, dal costo complessivo di circa 2,3 miliardi di euro, permetterà di aumentare la capacità della linea e di garantire maggiore regolarità per i treni in viaggio fra Messina e Catania, collegamento che è parte integrante del Corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia-Mediterraneo. RFI intende partire dalla tratta Fiumefreddo-Letojanni, con un appalto da 900 mln di euro, con l’impegno a far partire il cantiere nel 2020. Attualmente è in corso l’iter autorizzativo sul progetto definitivo.
MOBILITÀ URBANA – Catania: tratte metropolitana Stesicoro-Aeroporto Fontanarossa e Monte Po-Misterbianco Centro. Connessione della metropolitana con la Stazione FS dell’Aeroporto. Le tratte si inseriscono nel più ampio progetto di sviluppo della rete metropolitana della Circumetnea. Il progetto della tratta Stesicoro-Aeroporto è stato approvato dal Cipe già nel 2006, con un primo stanziamento di 90 milioni. La tratta, lunga 6,9 km e 8 nuove stazioni, permetterà di collegare l’aeroporto internazionale di Catania al centro della città. A oggi sono in corso i lavori relativi alla costruzione del tunnel dalla stazione Stesicoro alla futura stazione Palestro. I lavori, partiti bene, sono stati rallentati dalla crisi di liquidità dell’impresa aggiudicataria e i finanziamenti coprono solo alcune opere civili e non il completamento delle stazioni, delle rifiniture, degli impianti e dell’armamento. A marzo scorso è stato approvato dalla Commissione Europea l’accesso al finanziamento di circa 400 milioni inserito nel DEF 2018. Dovrà seguire un bando di gara e l’assegnazione dell’appalto per poter completare l’intera tratta Stesicoro-Aeroporto, stazioni comprese. Il tutto entro il 2024. Il progetto della tratta Monte Po-Misterbianco Centro, di 2,1 km, interamente finanziato con 100 milioni, prevede la realizzazione di due nuove stazioni: Misterbianco Zona Industriale e Misterbianco Centro. A ottobre 2018 arriva lo sblocco con l’aggiudicazione provvisoria dell’appalto. Ci vorranno mesi per quella definitiva, salvo altri intoppi. Non ha, invece, nessun finanziamento la connessione della Stazione FS dell’Aeroporto, i cui lavori finalmente sono avviati, con la metropolitana di Catania,tramite la stazione Ferroviaria Circumetnea Santa Maria Goretti e con il parcheggio scambiatore omonimo.
RIFIUTI – Impianto di compostaggio senza corrente A Vittoria (Ragusa) un impianto di compostaggio è stato completato nel 2011 (2,1 mln di euro per 5.500 tonn/anno) ma, non è ancora entrato in funzione perché mancante della cabina elettrica. Nel frattempo la parte umida dei rifiuti raccolta in modo differenziato continua a finire in discarica con una maggiorazione dei costi per i cittadini. A febbraio 2019 finalmente è stato pubblicato un bando di gara per il completamento dell’impianto (la cui capienza è stata portata a 24 mila tonn/anno) e l’affidamento della gestione. Il gestore recupererà le somme investite attraverso la tariffa nell’arco di sette anni. Le disfunzioni pesano sulle bollette dei cittadini oltre che sul territorio.
RIFIUTI – Impianto di compostaggio senza attrezzature Il Comune di Misterbianco (Catania) è dotato di un impianto di compostaggio a biocontainer mobili, ma non è comprensivo delle attrezzature necessarie per la trasformazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani e gli scarti di produzione agricola e industriale biodegradabili in terriccio e concime. Fu realizzato grazie ai finanziamenti europei (Programmazione dei Fondi Strutturali 2000- 2006). Progettato nel 2007, realizzato e collaudato, nel 2011 riprogettato un ampliamento (da 1.500 tonn/anno a 3.000 tonn/anno). Sono seguite convenzioni per la gestione e la promessa di aprire nel 2012. Dopo sette anni l’attrezzatura continua a mancare, l’impianto è chiuso e il Comune non ha ancora affidato la gestione.
DEPURAZIONE – Catania, a quando le fognature? La rete fognaria di Catania attualmente serve solo 70 mila abitanti. Sono disponibili 462 mln di euro per il completamento del depuratore di Pantano d’Arci e l’allaccio di 475 mila abitanti alla rete fognaria dell’agglomerato di Catania, tra cui Aci Castello, Aci Catena, Acireale, San Gregorio, San Giovanni La Punta, Sant’Agata li Battiati, Tremestieri Etneo e Gravina. Dopo decenni di attesa, e profumate multe che paghiamo all’Europa, finalmente a maggio 2018 il Commissario unico per ladepurazione approva il progetto di appalto per le attività di progettazione e direzione lavori. Si è in attesa dell’assegnazione della gara.
DEPURAZIONE – Il Lago di Pergusa (Enna) soffre il sistema fognario dell’abitato di Pergusa, frazione di Enna, è ancora con acque miste, raccoglie cioè sia le acque nere delle fogne che quelle grigie di dilavamento delle strade. Le stesse vengono pompate fuori dal bacino del Lago mediante due stazioni di sollevamento. Purtroppo però le stesse stazioni hanno dei limiti di portata e, quindi, il sistema ha alcuni sfioratori che gettano le acque nelle aste torrentizie che alimentano il lago. Il lago di Pergusa è una Riserva Naturale Speciale della Regione siciliana per la sua importanza geologica e faunistica. La sua condizione di endoreicità (non ha emissari) fa sì che gli inquinanti organici in ingresso vengano smaltiti solo attraverso la capacità autodepurativa dell’ecosistema e, se inorganici, attraverso il loro lento deposito nei limi. Questa situazione sta mettendo a dura prova l’ecosistema lacustre che è in uno stato eutrofico e che ha già avuto morie di massa della fauna ittica. Capita anche che le fogne tracimino lungo le strade dell’abitato. Per porre fine a tutto ciò, è stato stimato un investimento di 2 mln di euro, una cifra sicuramente inferiore a quello che costerebbe una multa per infrazione europea. Il Comune di Enna, finora, non ha affidato nessun incarico per provvedere.
MESSA IN SICUREZZA – Le strade della provincia di Enna in dissesto in ogni direzione Sono diverse le tratte stradali (statali e provinciali) che nella provincia di Enna sono da rimettere in sesto e/o ultimare; troppe le ripercussioni economiche e ambientali sull’intero territorio. – La statale 117, chiamata anche “Nord Sud”, avrebbe dovuto unire l’Autostrada A19 a Santo Stefano di Camastra e, più a Sud, concorrere con la SS 117 bis a creare una direttrice tra costa tirrenica e costa meridionale. I lavori nel tratto Nicosia-Mistretta sono stati aperti ma la strada è rimasta un’eterna incompiuta: cantieri che sono ad alto rischio di abbandono, da anni gallerie e viadotti giacciono alle intemperie. Le cause: problemi geologici in galleria, vicissitudini giudiziarie, l’arrivo di nuove norme tecniche per le gallerie e viadotti che ha reso non più collaudabili le opere già ultimate. Più a nord i cantieri sono ufficialmente aperti ma procedono con estrema lentezza per diversi smottamenti e frane che hanno interessato sia il vecchio tracciato che le nuove opere. Nonostante l’opposizione di Legambiente e di altre associazioni al progetto, l’abbandono dell’opera sarebbe funesto per la gigantesca ferita che i cantieri hanno inferto alla continuità del sistema ambientale montano dell’appennino siculo. – La statale 290, fondamentale per l’area nord ovest della provincia di Enna e per le alte Madonie, è chiusa per una gigantesca frana avvenuta nel 2012 poco dopo Calascibetta, e versa in pessimo stato lungo tutto il suo corso sino ad Alimena (PA). Tant’è che sino ai primi anni 2000 gli studenti di Alimena e Bompietro preferivano frequentare le scuole di Enna, da allora non più perché non transita nessun mezzo pubblico. – La statale 117 bis nei tratti che interessano i bivi Benesiti, Ramata, Furma rimane chiusa per alcuni movimenti franosi, facilmente sistemabili, o semplicemente per mancata manutenzione. – La SP 28 “panoramica” Enna è un’opera monumentale con un doppio viadotto su arcate posto sotto l’acropoli dell’antica Henna ed è stata danneggiata da un doppio crollo, il primo risalente al 2009. A oggi, nonostante almeno due gare d’appalto, l’opera rimane incompleta. Essa è una delle vie di fuga della città di Enna. Sembrerebbe che da marzo scorso si stia procedendo con la progettazione definitiva. – La SP 22 che unisce i centri di Troina, Agira, Cerami e Gagliano (a nord est di Enna) alla autostrada A19, a oggi risulta essere poco più che una mulattiera anche a causa dei lavori di costruzione di un viadotto ad arcata sospesa, mai finito e in condizioni di grave pericolo di crollo. I lavori appaltati una prima volta nel 2007 hanno visto cambiare ditta aggiudicataria e lievitazioni di costo. Avrebbe ottenuto un ulteriore finanziamento per l’ultimazione ma ancora i lavori non sono ripresi. A luglio scorso è stato annunciato lo sblocco, ci speriamo.
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