12.10.2024 – Con la proroga di altri quattro anni di concessione per la Vega Alfa, la piattaforma di estrazione del petrolio situata a largo delle coste iblee, prosegue indisturbata la strategia fossile in Sicilia. Mentre i giovani dei Friday for Future ci ricordano che così stiamo negando il futuro alle nuove generazioni
- data Ottobre 12, 2024
- autore ufficiostampa
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“Ai tanti giovani che sono scesi in piazza, anche in Sicilia, per scioperare per la giustizia climatica e sociale, il governo nazionale e regionale stanno regalando loro un futuro fossile – dichiara Tommaso Castronovo presidente di Legambiente Sicilia -. Mentre il governo nazionale vara il decreto-legge Ambiente dove in barba al nome vengono avviate semplificazioni per avvantaggiare esclusivamente gas e nucleare, la Sicilia riprende la strada del gas e del petrolio con i nuovi pozzi Argo e Cassiopea di fronte a Licata e con la proroga alla piattaforma Vega Alfa di fronte alle coste Iblee.
Eppure la crisi climatica che prima veniva negata, oggi non può essere più taciuta o ignorata. Gli eventi estremi sempre più frequenti, dalle alluvioni alla siccità, sono la manifestazione più evidente degli effetti dei cambiamenti climatici in atto.
La siccità in Sicilia, aggravata dalla mancanza delle precipitazioni che perdura da oltre 12 mesi, sta piegando le aziende agricole con un perdita netta di oltre 3 miliardi di fatturato del settore”.
“Anche se il mondo scientifico ci dice che dobbiamo agire con urgenza per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti- dichiara Anita Astuto responsabile Energia e clima di Legambiente Sicilia-, anche se sappiamo che la causa principale è legata all’estrazione e uso dei combustibili fossili, si moltiplicano le opposizioni dei territori agli impianti eolici e fotovoltaici e anche agrivoltaici, che sono uno dei pochi strumenti che abbiamo per ridurre le emissioni per la produzione di energia”.
Il leitmotiv che accompagna l’opposizione agli impianti a fonti rinnovabili è che la Regione ha già più che raggiunto l’obiettivo del 2030 pari a 10,485 GW, in forza dei 12 GW autorizzati. Tuttavia ad oggi sono entrati in esercizio impianti solo per 1,5 GW dunque siamo ben lontani dall’aver raggiunto 10,485 GW di potenza aggiuntiva che serva a produrre energia pulita al fine di ridurre le emissioni di CO2.
Oppure vogliamo limitarci a far bene il compito a casa e a circoscrivere gli sforzi al raggiungimento degli obiettivi sulla carta? Quale risposta diamo alle giovani generazioni, che ancora una volta oggi sono scese in piazza per rivendicare la possibilità di avere un futuro oggi?
La crisi climatica è reale e non può essere combattuta virtualmente, per questo è necessario accelerare sulla transizione energetica attraverso la diffusione delle soluzioni tecnologiche disponibili e già mature offerte dagli impianti a fonti rinnovabili.
E per compiere questa accelerazione occorre consapevolezza sia da parte delle istituzioni nazionali, regionali e locali che questi impianti devono essere realizzati e non restare un numero sulla carta, delle comunità locali che devono partecipare alla progettazione degli impianti FER proposti nei loro territori, senza pregiudizi e opposizioni a priori, sia dei proponenti che devono offrire occasioni di progettazione partecipata alle comunità per implementarne ove possibile i bisogni.
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