29.02.2024 – “Non abbiamo bisogno di sanatorie, ma di legalità: abusivismo, consumo di suolo e salvaguardia delle coste siciliane”. Legambiente Sicilia chiede lo stralcio dal DL 499 la proposta di sanatoria costiera (emendamento Assenza), anche alla luce della circostanza che il CGA ha rimesso alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla medesima questione che quell’emendamento affronta
- data Marzo 04, 2024
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Il consumo di suolo- dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia- ha sottratto in Italia nel 2022 oltre 77 km2 di terreno alle sue funzioni naturali, con un incremento del 10% rispetto al 2021 (ISTAT). In Sicilia l’avanzata del cemento legale e soprattutto illegale ne ha sottratti altri 608 ettari, (+ 200 rispetto al 2021) (dati ISPRA e ARPA Sicilia). Si costruisce dappertutto e soprattutto dove non si può: nelle aeree protette, nelle aeree a pericolosità idraulica e geomorfologica. La Sicilia è la terza regione per reati accertati nel ciclo del cemento illegale (1077 nel 2022- rapporto Ecomafia). Negli ultimi 35 anni quasi il 9% della costa è stato cancellato dal cemento nonostante la presenza di vincoli paesaggisti e di inedificabilità assoluta.
Nonostante questo quadro, molto preoccupante e desolante, viene proposta, nell’ambito del disegno di legge di riforma urbanistica ed edilizia prossimamente in discussione all’assemblea regionale siciliana, una sanatoria tombale per le case realizzate tra il 1976 e il 1983 entro i 150 metri della battigia in zona di inedificabilità assoluta e altri interventi per condonare altri piccoli e grandi abusi in zone agricole e non solo. Insomma, – conclude Castronovo -un enorme passo indietro e un’altra occasione mancata”.
Di questo si è parlato nell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella Sala Mattarella del Palazzo Reale, dove si è svolto un acceso e utile confronto tra le tesi di chi sostiene la necessità di riaprire la sanatoria per le case costruite abusivamente lungo la costa dal 1976 al 1983 e chi invece avversa questa ipotesi. Sono intervenuti i parlamentari regionali Giorgio Assenza, Michele Catanzaro, Tiziano Spada, Angelo Cambiano, il sindaco di Carini Giovi Monteleone, il presidente di ANCI Sicilia Paolo Amenta e l’editorialista del Corriere delle Sera e scrittore Giannantonio Stella
Le testimonianze del sindaco di Carini e dell’ex sindaco di Licata hanno chiarito come il contrasto dell’abusivismo e il ripristino della legalità attraverso le demolizioni, per quanto complicato è certamente possibile.
Secondo il rapporto Abbatti l’Abuso di Legambiente la Sicilia, tra le regioni più a rischio, è quella dove si è registrato il maggior numero di demolizione eseguite ( clicca qui per scaricare il rapporto)
Legambiente ha chiesto ai parlamentari di estrapolare dal DL 499 la proposta di sanatoria costiera (emendamento Assenza), anche alla luce della circostanza che il CGA sta già chiedendo alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla medesima questione che quell’emendamento affronta. Anche per evitare che, per la quarta volta negli ultimi cinque anni, la Sicilia possa subire un’ulteriore bocciature per incostituzionalità di norme approvate dall’ARS.
E, al contrario, ha auspicato che quella norma possa servire per migliorare la legge urbanistica regionale puntando su tre obiettivi essenziali:
- Il blocco di qualsiasi variante urbanistica. Se non s’inverte la logica che ha pervaso l’urbanistica italiana negli ultimi 5 decenni, non c’è norma urbanistica che possa incentivare la pianificazione del territorio
- Favorire la costruzione di politiche concrete che sostituiscano l’espansione con la rigenerazione urbana, adattando le nostre città alle mutate condizioni climatiche e agli aumentati rischi di tipo idraulico e idrogeologico, oltre che migliorare la qualità della vita nelle aree periferiche più degradate.
- Così come il blocco delle varianti urbanistiche è la condizione essenziale per far partire la nuova stagione della pianificazione, AZZERARE il consumo di nuovo suolo è la condizione imprescindibile perché s’inneschi un processo di rigenerazione delle nostre città.
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