28.02.2024 – Legambiente su grano canadese a Pozzallo. Quali controlli?
- data Febbraio 28, 2024
- autore ufficiostampa
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L’ennesima nave di provenienza estera, stavolta dal Canada, carica di grano è sbarcata al porto di Pozzallo, accompagnata da una vibrante protesta di agricoltori che, giustamente, vedono non solo una minaccia relativa alla concorrenza sleale ma soprattutto temono i possibili effetti nocivi per la salute umana.
“Da oltre venti anni, al porto di Pozzallo giungono e scaricano navi contenenti granaglie sia destinate al consumo umano che al consumo animale – dichiara Alessia Gambuzza, responsabile agricoltura sostenibile Legambiente Sicilia -. Capita poi che ci si accorge, solo a posteriori, che il latte imbottigliato in qualche stabilimento contiene aflatossine. Ma il latte è l’ultimo anello della catena e, rinvenire aflatossine nel latte vuol dire che le vacche sono state alimentate con mangimi contaminati all’origine”.
Stesso discorso vale per il glifosato che, ancora più subdolamente delle micotossine, quali l’aflatossina, può essere rinvenuto nei prodotti finali come pasta o pane, consumati dalla popolazione tutti i giorni e i cui effetti però non si manifestano immediatamente.
Lo scorso novembre la Commissione europea ha rinnovato fino al 2033 la possibilità di utilizzare il glifosato. Legambiente, insieme ad altre associazioni, chiede di applicare con rigore il principio di precauzione laddove vi sia anche una piccola probabilità di rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. Infatti, anche la sola incertezza avrebbe dovuto bastare a fermare l’approvazione da parte dell’UE, ma nel caso del glifosato le prove della sua pericolosità per la salute delle persone e dell’ambiente superano ogni ragionevole dubbio, alimentato dalle aziende che producono e commercializzano il diserbante. Anche se le quantità residue di glifosato nei prodotti alimentari generalmente non superano i limiti di sicurezza stabiliti per legge, l’esposizione cronica a bassi livelli di glifosato può comunque essere dannosa per la salute umana nel lungo termine.
Al di là del consenso dato dalla UE sull’uso del glifosato, grava su questo fitofarmaco il sospetto che in certi paesi esteri esso venga distribuito sulle colture con modalità improprie e molto meno caute di quelle messe in atto dagli agricoltori italiani, scatenando quegli effetti dei quali i consumatori del nostro paese devono essere tutelati mettendo in atto controlli seri, adeguati e tempestivi, che impediscano non l’utilizzo, ma lo sbarco dei grani contaminati nei nostri porti.
“Riteniamo che la situazione sia gravissima e da attenzionare attentamente da parte delle autorità deputate al controllo delle merci in arrivo dall’estero – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia-. I controlli che possono effettuare le autorità sanitarie per far scaricare il carico di granaglie sono: visivi, documentali, analitici. Chiediamo all’Assessorato regionale alla Salute- continua Castronovo – che ogni carico sia controllato sempre anche analiticamente prima che venga autorizzato lo scarico e prima che venga distribuito ai mulini o ai mangimifici siciliani e, parallelamente, stigmatizziamo le deplorevoli pratiche di importazione di grano dannose per l’economia del territorio. Chiediamo con forza al Ministero dell’Agricoltura, attraverso i servizi decentrati di repressione frodi, di intervenire affinché gli uffici controllino e seguano il percorso dei grani esteri, dal loro arrivo nei porti italiani fino alla loro trasformazione in pasta.
Auspichiamo con forza – conclude Castronovo – che anche nel nostro Paese sempre più vengano valorizzate le buone pratiche virtuose di riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci da parte degli agricoltori e che la transizione ecologica venga vista come una scelta strategica per produrre cibo più sano, da compiere con determinazione e non come una problematica da affrontare”.
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