10.02.2024 – Legambiente sulla protesta degli agricoltori. L’inganno e la “vittoria dei fitofarmaci”
- data Febbraio 10, 2024
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Chi nella comunità europea cercava un appiglio per cedere alle pressioni delle multinazionali del fitofarmaco lo ha trovato nella protesta degli agricoltori. Fingendo di accontentarli in realtà ha riaperto una porta che tanti agricoltori italiani avevano già chiuso. E ha ritirato quella mano di aiuto che tanti altri agricoltori si aspettavano, consegnandoli alle interessate attenzioni di chi mette in atto aggressive strategie di vendita di fitofarmaci, in un mondo dove i produttori agricoli sono sempre più isolati e le associazioni contano sempre meno. In altri termini, tornare indietro sui fitofarmaci è stato un inganno nei confronti degli agricoltori e a favore delle multinazionali del fitofarmaco”. Lo dichiara Alessia Gambuzza, responsabile agricoltura sostenibile Legambiente Sicilia.
L’Italia e la Sicilia in particolare hanno dimostrato all’Europa di utilizzare in modo sempre più responsabile la chimica in agricoltura. Ogni anno le superfici agricole che vengono convertite a coltivazione biologica sono in aumento e la Sicilia, con i suoi oltre 350.000 ettari conferma il primato di Regione con maggiore superficie biologica.Secondo i dati del rapporto Legambiente “Stop pesticidi nel piatto 2023 ”, in Italia quasi il 60% dei campioni risulta regolare, ovvero senza tracce di residui chimici. Sempre in Italia, secondo ESFA, (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), i campioni non conformi per quantità di fitofarmaci sono solo lo 0,4%, mentre in Spagna l’1,38% e in Germania l’1,12% dei campioni sono oltre i limiti.
“Ci chiediamo allora perché – continua Gambuzza – venga ad essere colpito il settore in cui gli agricoltori si sono impegnati e ogni anno si impegnano di più per migliorare gli impatti sull’ambiente e si favoriscano, invece, le multinazionali che producono fitofarmaci, piuttosto che sollecitare queste ultime a proseguire sulla ricerca di molecole naturali e utilizzabili in agricoltura biologica
.La Commissione europea che cancella gli obiettivi di riduzione dei gas climalteranti in agricoltura e ritira il Regolamento SUR (il regolamento per la riduzione dell’uso dei pesticidi) non solo dimostra di non avere a cuore la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini ma anche di non avere polso fermo nei confronti delle multinazionali dell’industria chimica.
Occorre virare sull’agroecologia, sulla riduzione della chimica e pertanto sull’agricoltura integrata e sull’incremento dell’agricoltura biologica. Tutto ciò si fa snellendo la burocrazia, fornendo supporti adeguati dal punto di vista tecnico agli agricoltori, elaborando politiche che possano garantire loro un aumento del reddito. Non è economicamente ed eticamente ammissibile che il prezzo pagato a un agricoltore per la sua produzione sia tanto basso e il consumatore finale paghi un prezzo così alto. I veri nemici da combattere sono i detrattori della causa ambientale che, cavalcando la tesi della “sovranità alimentare” trovano la strada spianata nel sostenere che c’è bisogno di produrre di più senza i vincoli imposti dal “Green deal”.
In definitiva i grandi nodi che strozzano l’agricoltura nei paesi europei e ancora di più i produttori del meridione restano tutti ampiamente disattesi.
Le ragioni per le quali il mondo agricolo è in affanno, le aziende chiudono, le colline si spopolano, il deserto avanza, sono ancora tutte lì, coperte dal grande inganno della cosiddetta “vittoria dei fitofarmaci”. E nonostante tutto questo, sembra legittimo sperare che il settore agricolo, che in realtà coinvolge tutti noi, possa trovare forza e lucidità per pretendere che i grandi temi vengano posti alla prima pagina di una agenda che non è più possibile rimandare”.
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