13.11.2021 – A Vittoria il primo flash mob per chiedere la riapertura degli impianti pubblici esistenti a servizio della raccolta differenziata e per il riciclo. Per uscire dall’emergenza occorrono questi impianti -sia pubblici che privati – e accedere ai finanziamenti del PNRR, senza perdere tempo e risorse dietro a inceneritori e discariche
- data Novembre 13, 2021
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Non c’è altra strada che quella di realizzare mille impianti per il trattamento dei rifiuti differenziati e per il riciclo vicino ai luoghi dove i rifiuti differenziati si producono per favorire così la transizione verso l’economia circolare, se vogliamo uscire dalla continua emergenza e dalla dittatura delle discariche. Solo così riusciremo ad abbassare i costi della tariffa dei rifiuti e creare le condizioni di sviluppo e benessere per i nostri territori”. A dirlo Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed Economia Circolare di Legambiente Sicilia”.
“Per questo riteniamo che sia un paradosso – aggiungono i circoli di Legambiente di Ragusa, Ispica, Scicli e Ispica -non senza colpe e responsabilità, che l’impianto pubblico di compostaggio di Vittoria, in contrada Pozzo Bollente, resti ancora chiuso dopo 1 anno dalla conclusione dei lavori di ampliamento. L’impianto è capace di trattare oltre 24 mila tonnellate/anno della frazione organica e, insieme all’impianto di Cava dei Modicani, con capacità autorizzata di 27 mila t/a, consentirebbe di gestire la frazione organica attualmente prodotta dai comuni dell’intera provincia”.
Eppure, nonostante i grandi sforzi che sono stati fatti dai Comuni e dai cittadini della provincia di Ragusa in questi anni, raggiungendo il 67% di raccolta differenziata e la presenza di due impianti pubblici di compostaggio, buona parte dell’organico raccolto deve essere portato fuori provincia, se non anche fuori regione, con costi esorbitanti per i Comuni e le famiglie ragusane.
Circostanza, quest’ultima, particolarmente diffusa nell’isola, che sconta un grande deficit impiantistico sia pubblico sia privato per il trattamento della frazione organica (con uno scarto attuale di oltre 70.000 t/a di FORSU che deve essere trattato fuori regione) e che diventa sempre più evidente con l’aumento della raccolta differenziata.
L’impianto di Vittoria, purtroppo, non è il solo caso isolato di impianti di compostaggio esistenti ma non completati e funzionati. Per questo nelle prossime settimane Legambiente Sicilia nell’ambito della campagna Sicilia Munnizza Free, organizzerà altri flash mob per accendere i riflettori su questi impianti pubblici fermi e abbandonati e per chiedere che la regione acceleri le procedure burocratiche e finanziarie per il completamento delle opere.
“Siamo molto preoccupati – sottolinea Castronovo – perché in questi anni abbiamo sentito annunci e proclami sulla necessità di un’impiantistica pubblica proprio per il trattamento dell’organico per non soccombere agli impianti gestiti dai privati. Di fatto nessun nuovo impianto pubblico è stato realizzato e quelli esistenti non sono stati neanche completati e messi in funzione.
Entro maggio 2022 le SRR e i comuni dovranno presentare le proposte per la realizzazione dei nuovi impianti o per l’ammodernamento di quelli esistenti a servizio della raccolta differenziata e dell’economia circolare per accedere ai finanziamenti previsti dal PNRR. E sappiamo bene che occorre rafforzare le professionalità dei tecnici presenti all’interno delle SRR.
Per questo è necessario che si passi dagli annunci ai fatti concentrando gli sforzi su questo importante obiettivo senza perdere tempo, risorse e professionalità stando dietro agli inceneritori e ad ancora alla realizzazione di nuove discariche”.
Per l’impianto di compostaggio di Vittoria sono stati spesi 2 milioni e 400 mila per l’ampliamento ma ce ne vorrebbero altrettanti per la realizzazione della tettoia e dell’impianto antincendio e per rendere operativo l’impianto. In realtà, non è stato fatto nulla per bandire e affidare la gara, nonostante la Regione a febbraio scorso avesse annunciato che i soldi erano disponibili.
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