11.08.2021 – Legambiente lancia l’allarme: se non c’è un rapido cambiamento culturale politico e aziendale nella gestione dei rifiuti, la Rap di Palermo sarà destinata al fallimento, con la conseguenza dei rifiuti bruciati nelle strade
- data Agosto 11, 2021
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Nulla di nuovo sotto il sole di agosto, quello a cui stiamo assistendo è solo la drammatica conseguenza della mancata applicazione della legge e di una mala gestione, priva di un approccio culturale politico e aziendale e incapace di pianificare il futuro per il bene dei palermitani”. Lo dichiara Tommaso Castronovo, responsabile del settore rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia. “Nei mesi scorsi – continua – avevamo proposto e condiviso con il Comune di Palermo un percorso che, grazie al sostegno di una delle realtà pubbliche più virtuose nella gestione dei rifiuti e dell’economia circolare in Italia, consentisse alla RAP di progettare e pianificare gli obiettivi necessari per un sistema di raccolta differenziata efficiente incentrato sul porta a porta e di non avere più bisogno di altre discariche nelle quali buttare i rifiuti indifferenziati e i soldi dei palermitani onesti e perbene. Purtroppo, quel percorso non è mai iniziato a causa proprio di quell’approccio culturale che vede, da oltre vent’anni, raccogliere i rifiuti dalle strade l’unica soluzione ad una gestione ciclica dell’emergenza. La cultura politica e aziendale di chi ha gestito, e gestisce i rifiuti a Palermo, è lo specchio del fallimento economico e organizzativo della RAP, la terza grande azienda pubblica siciliana, che richiama alla responsabilità tanto chi amministra, quanto chi sta all’opposizione in questa città. La dimostrazione lampante, oltre le scarsissime percentuali della raccolta differenziata, è il fatto che l’unica progettazione che si sta veramente portando avanti è la VII vasca di Bellolampo, mentre non è ancora stato firmato il contratto di affidamento per la realizzazione dell’impianto di Biodigestione anerobica. Nessun progetto di riorganizzazione dell’azienda – conclude Castronovo – può prescindere da un vero cambiamento culturale da parte di chi ha responsabilità politiche e aziendali che deve permeare ogni atto amministrativo e ogni soldo che verrà speso per e nell’azienda”.
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