07.01.2021 – ‘Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza’. Legambiente Sicilia: “Incomprensibile come un tema di questa portata non abbia prodotto alcun dibattito. Il documento definito dal Governo regionale è assolutamente inadeguato, inefficiente, privo di visione strategica e del tutto incoerente con le linee guida UE e con gli obiettivi nazionali. Per quanto ci riguarda sono 3 i progetti-faro necessari per il futuro dell’isola”
- data Gennaio 07, 2021
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Per Legambiente Sicilia è incomprensibile come non ci sia stato un dibattito costruttivo sulle proposte inserite nel ‘Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza’ (PRRR). Il Piano dovrebbe essere fondamentale per lo sviluppo ed il futuro dell’isola, invece solo silenzio. L’Associazione ambientalista ha analizzato e studiato le proposte apprezzate dalla Giunta regionale lo scorso 19 novembre, per larga parte bocciate dal Governo nazionale perché non in coerenza con le richiamate linee guida per il ‘Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’ e con i criteri di valutazione UE per i diversi Piani nazionali contenuti nel Next Generation EU. Oltre il 60% della dotazione finanziaria, infatti, verrebbe destinata ad opere pubbliche tradizionali, con un residuo del 16 % di risorse economiche da attribuire alle opere e ai programmi per la transizione ecologica, in aperto contrasto con le disposizioni europee e con il recepimento di queste a livello nazionale con la predisposizione del PNRR.
Il pacchetto di proposte presentate non si preoccupa minimamente di fare il punto sullo stato e sulle condizioni sociali, economiche e soprattutto ambientali della Sicilia, sui suoi equilibri; il documento non cita neanche una volta analisi di settore o valutazione degli indicatori, non tenendo conto neppure di quanto nel tempo elaborato dagli organi ministeriali, dall’ISPRA, dalle Università. Insomma, il ‘Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza’ avanzato dal Governo regionale è assolutamente inadeguato sul piano delle proposte e della distribuzione delle risorse finanziarie alle differenti ‘Missioni’. Si tratta di un documento inefficiente, privo di visione strategica e del tutto incoerente con le linee guida UE e con gli obiettivi nazionali del PNRR, all’interno del quale viene collezionato un elenco di proposte buone al più per solleticare gli appetiti elettorali dei territori, ma certamente insufficiente per rilanciare la Sicilia nell’ottica della ripresa post-pandemica e per inserirla nel contesto europeo di riferimento per quanto attiene alle politiche di transizione ecologica dei processi economici.
Per Legambiente Sicilia sono 3 i progetti faro necessari per il futuro della Sicilia:
1) Progetto strategico della RETE ECOLOGICA SICILIANA
La “RES-Rete Ecologica Siciliana” concepita come “grande infrastruttura verde” per l’attuazione di una politica di conservazione della natura e della biodiversità e di promozione dello sviluppo sostenibile nei contesti territoriali ad alta naturalità e di particolare valenza paesaggistica, pensata in stretta integrazione con i temi dello sviluppo rurale, della tutela dei Beni culturali, della promozione di specifici segmenti di offerta turistica.
In coerenza con le direttive comunitarie e le convenzioni internazionali, gli obiettivi strategici sono:
– interconnettere gli ambienti naturali, le aree boscate e le zone umide e realizzare la continuità ecologica del territorio proteggendo la diversità biologica e paesistica;
– strutturare la rete dei Parchi naturali, delle Riserve naturali, dei Siti Natura 2000 e dei Geositi;
– contrastare il dissesto idrogeologico, il consumo di suolo, i processi di desertificazione, gli incendi ed i fenomeni di degrado del paesaggio e dello spazio rurale;
– promuovere la bioeconomia, l’agroecologia e una serie di attività fortemente radicate nelle vocazioni locali, capaci di assicurare opportunità di lavoro stabili, non assistenziali e continuative, basate sulla valorizzazione e fruizione delle risorse naturali;
– creare una rete di territori a elevata qualità ambientale quali modelli di riferimento per l’applicazione delle politiche di sostenibilità ambientale e per il loro trasferimento ad altri territori dell’isola.
2) Elettrificazione dei tre porti di Palermo, Catania e Messina, con un fortissimo impatto positivo sull’abbattimento di emissioni di Co2 e il conseguente abbassamento dei livelli d’inquinamento nelle città;
3) Piano per le Isole Minori Sostenibili: finanziare e promuovere tutti i progetti di decarbonizzazione riguardanti le isole minori siciliane, dalle connessioni via cavo sottomarino alla terraferma all’utilizzo delle energie rinnovabili, all’efficientamento energetico degli edifici pubblici, per puntare alla loro indipendenza energetica.
Inoltre, finanziare la raccolta porta a porta dove non c’è e realizzare in tutte le isole gli impianti per la gestione in loco della frazione organica della raccolta differenziata, producendo il compost per le campagne.
Mentre, tra le assurde opere proposte dal Governo regionale non bisogna assolutamente finanziare:
– Ponte sullo Stretto di Messina e qualsiasi altra forma di collegamento stabile tra le due sponde;
– l’aeroporto hub del Mediterraneo da posizionarsi tra Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo;
– il porto hub del Mediterraneo da realizzarsi a Marsala;
– la funivia di collegamento tra il versante Etna Nord ed il fiume Alcantara;
– la pedemontana di Palermo;
– la strada intervalliva Tirreno – Ionica.
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