20.08.2020 – XVI edizione del Premio “Ambiente e legalità” di Legambiente e Libera. Fra i premiati il Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, ed il Nucleo operativo ecologico di Catania (Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente)
- data Agosto 20, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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C’è chi combatte la ndrangheta che fa affari con rifiuti e cemento, chi opera da volontario nelle periferie per la rigenerazione di spazi urbani e ripristino della legalità, chi è impegnato contro i predatori di fauna marina. Sono rappresentanti di istituzioni pubbliche e associazioni, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, i difensori della legalità contro l’ecomafia, la corruzione e la criminalità organizzata premiati da Legambiente e Libera in occasione della XVI edizione del premio Ambiente e Legalità che si è svolta nell’ambito di Festambiente, il festival nazionale di Legambiente in programma in Maremma, a Rispescia (GR) fino al 23 agosto. Quella agli ecoreati è una lotta senza quartiere che sta andando nella giusta direzione, continuando a segnare punti cruciali a favore della difesa e salvaguardia dell’ambiente, come dimostrano i dati relativi alla legge 68/2015, che ha introdotto i delitti contro l’ambiente nel Codice penale: nel 2018, i nuovi delitti (dall’inquinamento al disastro ambientale) sono statui applicati per 1.108 volte, con una crescita del 129% rispetto al 2017. L’ultimo rapporto ecomafia fotografa un’impennata dei reati nel ciclo del cemento (+68% rispetto all’anno precedente) e nell’agroalimentare (+21%) e un aumento dei reati nel settore dei rifiuti e contro gli animali. In testa alla classifica la Campania, seguita da Calabria, Puglia, Sicilia, Lazio e Toscana. L’aggressione alle risorse ambientali del Paese si traduce in un giro d’affari che nel 2018 ha fruttato all’ecomafia ben 16,6 miliardi di euro, 2,5 in più rispetto all’anno precedente e che vede tra i protagonisti ben 368 clan, censiti da Legambiente e attivi in tutta Italia. La corruzione resta lo strumento principe, il più efficace, per aggirare le regole concepite per tutelare l’ambiente e maturare profitti illeciti. Dal 1° giugno 2018 al 31 maggio 2019 sono ben 100 le inchieste censite da Legambiente e che hanno visto impegnate 36 procure, capaci di denunciare 597 persone e arrestarne 395, eseguendo 143 sequestri. Dietro questi numeri c’è, innanzitutto, il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Quest’anno, i riconoscimenti del premio Ambiente e Legalità di Legambiente e Libera, (consegnati alla presenza di Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente e di don Luigi Ciotti, presidente di Libera contro le mafie) sono andati, fra gli altri, al Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, per l’inchiesta “Gulash” sui finanziamenti pubblici in agricoltura nell’ambito dei P.S.R. (Programma di Sviluppo Rurale) Sicilia 2007/2013 e 2014/202 ed al Nucleo operativo ecologico di Catania (Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente) per le inchieste che hanno portato al sequestro di numerose cave gestite illegalmente nelle province di Catania e Ragusa.
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