19.05.2020 – Gestione dei beni culturali in Sicilia. La commissione cultura dell’Ars continua le audizioni sul disegno di legge, primo firmatario il suo presidente on. Sammartino. Oggi, è stato ascoltato anche il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna: “È una proposta pericolosa e anticostituzionale. Speriamo che sia fermata subito. Si fanno fuori le Soprintendenze e si assegna ai comuni la pianificazione paesaggistica: un obbrobrio, con nessun fondamento giuridico. Altro che recepimento della Franceschini”
- data Maggio 19, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Mentre ci si preoccupa sugli orientamenti culturali e politici del nuovo assessore Alberto Samonà, sta passando quasi sotto silenzio la vera minaccia per i beni culturali siciliani: il disegno di legge Sammartino, che contiene delle norme che stravolgerebbero, spesso cancellandoli, gli strumenti di tutela e di salvaguardia del nostro patrimonio culturale e paesaggistico”. A dirlo Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, ascoltato oggi in Commissione cultura all’Ars.
“Il presidente Sammartino – continua Zanna – ha continuato a ripetere, come un mantra, che questo ddl vuole recepire la riforma Franceschini: è una palese bugia! Mentre si preannuncia questo, forse per tranquillizzare gli illusi e i distratti, si fanno a pezzi le Soprintendenze, sulle quali la riforma Franceschini si basa copiando il nostro modello e organizzazione in vigore dal 1977, togliendogli poteri e funzioni di controllo e tutela. Viene cancellata la pianificazione paesaggistica assegnandola all’Assessorato al Territorio che non ha competenza in materia: su questo punto e su tanti altri il Codice nazionale dei Beni culturali è disatteso, stravolto, non preso in considerazione; ci sono, inoltre, norme scritte in modo pessimo, superate e anacronistiche.
Abbiamo detto chiaramente che speriamo che questo ddl sia fermato, in caso contrario creerebbe solo un enorme caos, causando ancora più problemi a chi oggi deve gestire i beni culturali.
I beni culturali hanno bisogno di pochi interventi normativi, che si possono fare anche in via amministrativa, poiché abbiamo una legislazione in Sicilia molto buona e moderna e solo in pochi casi da correggere ed integrare.
Servono, invece, risorse economiche e, soprattutto, umane, per sostenere gli sforzi che ormai i pochi funzionari delle Soprintendenze rimasti, fanno per difendere e tutelare il nostro bene più prezioso: la nostra eredità culturale”.
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