11.05.2020 – Legambiente Sicilia: “Gli interessi degli abusivi non valgono l’ennesima inutile figuraccia per la nostra Regione. L’assessore Cordaro cancelli il condono edilizio dal DDL669/140/453. Gli abusivi non si illudano, la norma non potrà mai superare il vaglio costituzionale che Legambiente chiederebbe con forza all’indomani di una eventuale approvazione”
- data Maggio 11, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Il DDL669/140/453 che dovrebbe servire ad adeguare la LR 16/2016 alla sentenza della Corte Costituzionale che ne ha cancellato tre commi ritenuti incostituzionali, rischia di diventare paradossalmente l’ennesima occasione sulla quale la Consulta sarà chiamata a intervenire.
L’art. 18 è infatti palesemente incostituzionale poiché rappresenta, sotto le mentite spoglie di una interpretazione autentica, l’ampliamento del condono edilizio del 2003 agli immobili ricadenti in aree vincolate, esplicitamente esclusi da quella che, non a caso, venne chiamata la “mini sanatoria” edilizia. Fu l’ultima in ordine di tempo e, soprattutto, fu quella più ridotta in termini di effetti sul territorio. Alcune regioni, in fase di recepimento, hanno provato ad allargarne l’applicazione anche agli immobili esclusi ma, una lunga serie di sentenze di Cassazione penale e Corte Costituzionale, hanno ristabilito un principio: le regioni si possono limitare a specificare meglio ed eventualmente ridurre il campo di applicazione del condono 2003, non certamente ampliarlo.
“Si tratta di una vecchia storia. La Regione Siciliana – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – ci aveva già provato con il governo Crocetta quando, sulla base di un parere molto discutibile del CGA, emanò nel 2014 una circolare con la quale s’invitavano gli enti onerati di esaminare le domande di condono a farlo anche in riferimento agli immobili ricadenti in aree vincolate. Istanze fino a quel momento tutte rigettate perché esplicitamente escluse dal condono nazionale. Un ricorso di Legambiente, e la battaglia all’interno del’ARS dell’allora presidente della Commissione ambiente on. Trizzino, spinse l’assessore Sgarlata ha revocare quella circolare. A seguito di quello sgarbo, il presidente Crocetta, usando un finto scandalo edilizio ordito ad arte e che si rivelò immediatamente una gigantesca montatura, sollevò comunque dall’incarico la dott.ssa Sgarlata e nel 2015 l’assessore Croce revocò la revoca facendo rivivere la circolare. Questa triste storia chiarisce quanto pesanti siano gli interessi degli abusivi che sono rimasti fuori dal condono del 2003, e il fatto che oggi si provi a ricorrere a una legge vuol dire che la circolare non ha prodotto gli effetti sperati. D’altronde, funzionari e amministratori seri, come potrebbero dare applicazione a una circolare in evidente contrasto con la normativa vigente e con la giurisprudenza costituzionale? Chiediamo all’assessore Cordaro di ritirare immediatamente l’art.18 dal DDL in discussione, così da evitare inutili scontri che porterebbero inevitabilmente alla cancellazione della norma. Provare a far passare l’idea che la Regione siciliana, – conclude Zanna – in fase di recepimento del condono, intendeva fare proprio del condono nazionale la sola riapertura dei termini ma non i limiti stringenti imposti dalla stessa legge, può forse servire a illudere per qualche mese gli abusivi ma non potrà mai superare il vaglio costituzionale che Legambiente chiederebbe con forza all’indomani di una eventuale approvazione”.
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