21.02.2020 – Il Treno Verde in sosta in Sicilia Agrigento, flash mob di Legambiente contro le bugie e i mancati investimenti sulle rinnovabili di Eni
- data Febbraio 22, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Non è più tollerabile l’arroganza di Eni, che da un lato viene condannata per le sue attività di green washing, ossia la strategia finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale (come nel caso di Gela), e dall’altro si rifiuta di investire sulle energie rinnovabili, oltre che nel risanamento e nel controllo dell’inquinamento generato dai processi produttivi, come nel caso di Milazzo. È questo il senso del flash mob organizzato oggi da Legambiente davanti una stazione di servizio Eni ad Agrigento.
Gli attivisti e le attiviste del cigno verde, in Sicilia per la seconda tappa del Treno Verde 2020, hanno inscenato un flash mob vestiti da oranghi, nell’ambito della campagna #SAVEPONGO, lanciata da Legambiente in protesta contro chi distrugge le foreste nel mondo con il fine di produrre olio di palma per biodiesel.
Proprio oggi, a Gela, la multinazionale petrolifera ha inaugurato il “circular tour”, una campagna sull’economia circolare davvero poco credibile, alla luce della recente condanna comminata all’Eni in seguito a segnalazione di Legambiente, Movimento Difesa del Cittadino e Trasport&Environment.
È bene ricordare infatti che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto il 15 gennaio scorso una multa nei confronti di Eni per “pubblicità ingannevole” in merito alla pubblicità “ENIdiesel+”, che ha inondato di messaggi promozionali tutti i media e le stazioni di servizio dal 2016 al 2019. La decisione riguarda il messaggio diffuso da Eni di un diesel bio, green e rinnovabile, che «riduce le emissioni gassose fino al 40%». L’Autorità ha imposto a Eni di ritirare la pubblicità e disposto una sanzione amministrativa, per pratica commerciale scorretta di 5 milioni di euro “pari al massimo edittale”, tenuto conto della gravità e della durata della violazione.
Mentre in tutto il mondo si parla di cambiamenti climatici, di obiettivi di decarbonizzazione, di come sviluppare urgenti azioni di adattamento e mitigazione al surriscaldamento globale, nel 2018 Eni ha stabilito il record di produzione con 1,9 milioni di barili/giorno, la più alta mai registrata dalla compagnia, aumentando del 5% la produzione rispetto al 2017 e incrementando, nell’ultimo anno, il portafoglio di titoli minerari attraverso l’acquisizione di nuovi 29.300 kmq di titoli esplorativi distribuiti tra Messico, Libano, Alaska, Indonesia e Marocco. Parliamo di un’azienda che ha registrato ricavi complessivi per 75 miliardi di euro nel 2018, come abbiamo raccontato nel dossier Eni – Enemy of the planet.
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