11.02.2020 – Processo per la lottizzazione abusiva del Borgo della Scala dei Turchi. Depositata la sentenza del Gup di Agrigento. A Legambiente Sicilia è stato riconosciuto un risarcimento del danno per l’impegno profuso da anni per la tutela del sito
- data Febbraio 11, 2020
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Depositata nei giorni scorsi la sentenza del Gup di Agrigento per il processo sulla lottizzazione abusiva del Borgo della Scala dei Turchi, dove nel 2013 dovevano essere realizzati oltre 50 alloggi in villette di lusso a ridosso della famosa scogliera di marna bianca a Realmonte. Un processo che vede schierata Legambiente Sicilia come parte civile, con l’avvocato Daniela Ciancimino, co-presidente nazionale del Centro di Azione giuridica di Legambiente. La sentenza riguarda gli imputati che hanno scelto il giudizio abbreviato. A essere condannati sono stati i legali rappresentanti ed il presidente della società proprietaria del sito dell’impresa costruttrice, il progettista e un funzionario della Soprintendenza di Agrigento. La sentenza conferma dunque la lottizzazione abusiva della Scala dei Turchi. Ma non solo. Il Gup ha confermato anche la violazione delle distanze di inedificabilità assoluta dei 150 e 170 metri dalla battigia e gli sbancamenti illeciti che erano stati segnalati dal circolo di Legambiente Rabat di Agrigento già nel 2013, a inizio lavori, con un esposto agli enti preposti e alla Procura. La società con il suo legale rappresentante aveva addirittura chiesto un risarcimento di 5 milioni di euro al circolo per i danni subiti dalla sospensione dei lavori e dalla revoca delle autorizzazioni. Per gli imputati sono state disposte delle pene detentive, la cui sospensione sarà subordinata all’abbattimento delle opere abusive già realizzate e al ripristino dello stato dei luoghi, e la confisca degli immobili. A Legambiente Sicilia è stato riconosciuto un risarcimento del danno per l’impegno profuso da anni per la tutela del sito. In parallelo prosegue il processo a carico di altri imputati, tra cui l’allora sindaco di Realmonte, funzionari dell’ufficio tecnico comunale e altri soggetti che avevano rilasciato le autorizzazioni per sdoganare la colata di cemento. Un processo, anche questo, che continuerà a essere seguito da Legambiente Sicilia.
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