21.12.2019 – Digestore anaerobico per produrre biometano tra Modica e Pozzallo. Legambiente: “Questi impianti sono fondamentali per il nostro Paese e vanno respinte le fake news che circolano. Abbiamo chiesto chiarimenti all’azienda relativamente a diverse questioni su cui sono arrivate le prime risposte. Organizzeremo all’inizio del 2020 un incontro pubblico con azienda, comuni e comitati”
- data Dicembre 21, 2019
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Nei giorni scorsi si è svolto a Ragusa l’incontro tra una delegazione di Legambiente e i rappresentanti della società Biometano Ibleo per discutere del progetto di un digestore anaerobico per la produzione di biometano già autorizzato e che dovrebbe realizzarsi nel territorio di Modica, in località Bellamagna, al confine con quello di Pozzallo, al centro di roventi polemiche che sono state accese nelle ultime settimane, con evidenti rischi di speculazioni politiche ed elettorali. L’incontro è stato richiesto da Legambiente per porre in evidenza le questioni da chiarire in merito a questo progetto e per avere risposte da parte della società.
Il progetto approvato, che non è un impianto per gestire rifiuti bensì sottoprodotti dell’agricoltura e della zootecnia, servirà a contrastare l’utilizzo di concimi chimici e produrrà metano per l’autotrazione. L’impianto dovrà, ovviamente, rispettare tutte le prescrizioni e le indicazioni, come quelle evidenziate dall’ARPA Sicilia, per garantire la massima sicurezza per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Legambiente ha posto alla società alcune questioni puntuali, che vanno dalla localizzazione vicino al centro abitato di Pozzallo al suo impatto paesaggistico, nonché al prevedibile aumento del traffico pesante originato dall’approvvigionamento dei sottoprodotti che serviranno ad alimentare il digestore.
Legambiente ha tenuto a sottolineare in premessa che è stato un grave errore non attivare un processo di coinvolgimento territoriale e di dibattito pubblico sul progetto prima della sua autorizzazione, anche perché molte polemiche pretestuose e altrettante fake news che in atto stanno monopolizzando il dibattito sarebbero state verosimilmente stroncate sul nascere.
In merito alla questione della localizzazione, che è ricaduta comunque su una cosiddetta ‘zona bianca’ del Piano paesaggistico e quindi senza alcun vincolo, si è discusso dei criteri di scelta del sito e della ricerca di possibili alternativa, senza tuttavia pervenire ad una ricaduta concreta. L’impianto è, infatti, dotato di tutte le previste autorizzazioni e la sua delocalizzazione, richiesta a più riprese dall’Amministrazione comunale di Pozzallo, appare allo stato difficile da raggiungere. Va anche aggiunto che, essendo il territorio ibleo, come quello siciliano e del resto del Paese, estesamente urbanizzato, qualora l’impianto venisse spostato esso andrebbe in ogni caso a collocarsi in un sito che come minimo avrà a che fare con altre case sparse o altri centri urbani e con questo criterio si renderebbe sostanzialmente impossibile localizzarlo ovunque, scenario questo inaccettabile per Legambiente, alla luce della non pericolosità e dell’utilità di questi siti produttivi.
Sull’impatto sul paesaggio Legambiente ha chiesto all’azienda di presentare uno studio di compatibilità paesaggistico-ambientale. L’azienda, per parte sua, ha prospettato alcune opere di mitigazione interessanti per garantire una maggiore tutela di un’area di valore, a prescindere dalla presenza o meno di vincoli. Ha, inoltre, aggiunto che verificherà con i tecnici che hanno progettato l’impianto, l’abbassamento di alcuni metri delle parti più alte dell’impianto, anche con un maggiore interramento di dette strutture.
Così come l’azienda ha preso anche l’impegno di progettare la riduzione delle vasche di stoccaggio del pastazzo e della sansa e la copertura con impianti di biofiltraggio di tutte le altre vasche di conferimento per abbattere le possibili emissioni di sgradevoli odori, seppur non nocivi alla salute. Sarebbe, altresì, molto opportuno, quando l’impianto sarà in funzione, avere dei monitoraggi costanti delle emissioni e degli odori emessi.
Per quel che riguarda la movimentazione della biomassa in ingresso all’impianto e l’aumento del traffico nella zona interessata dall’impianto sono emersi numeri molto più contenuti sui camion che arriverebbero all’impianto rispetto a quelli circolati fino ad oggi (sarebbero mediamente una decina di camion al giorno invece dei 64 annunciati, che aumenterebbero fino ad un massimo di 25 in autunno-inverno per il trasporto della sansa e del pastazzo), tra l’altro in intervalli di tempo che non confliggono in modo particolare con la stagione turistica. È emersa anche la possibilità di concordare i flussi di traffico con gli enti locali interessati, come già avviene in altre realtà simili, definendo un vero e proprio regolamento per diminuire l’impatto complessivo della fase di trasporto per l’alimentazione del digestore anaerobico.
Sull’alimentazione dell’impianto si è entrati nel merito dell’area potenzialmente interessata dall’approvvigionamento delle biomasse (pollina, reflui zootecnici, pastazzo, sanse e acqua di vegetazione, sottoprodotti della lavorazione dei cereali, etc.) ed è emerso che la stragrande maggioranza della biomassa in ingresso è di provenienza provinciale (oltre l’80%) e che questo ridurrebbe enormemente gli spostamenti e quindi i livelli di inquinamento atmosferico causati oggi dalla gestione di questi sottoprodotti in impianti spesso lontani centinaia di chilometri, quando non vengono smaltiti illegalmente nell’ambiente.
Alla luce di quanto emerso dall’incontro Legambiente ha deciso di organizzare un evento pubblico all’inizio del 2020 per promuovere un percorso di dibattito pubblico per esplicitare i motivi che rendono la nostra Associazione favorevole alla realizzazione di impianti di digestione anaerobica per produrre biometano e per esplicitare le questioni puntuali sollevate all’azienda che vorremmo fossero tenute in considerazione concretamente per migliorare il progetto del digestore anaerobico a Bellamagna. All’incontro pubblico Legambiente inviterà tutti i soggetti a vario titolo interessati da questo impianto, a partire dall’azienda proponente, dalle due amministrazioni comunali di Modica e Pozzallo e dai comitati cittadini che si sono dichiarati contrari alla sua realizzazione.
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