19.11.2019 – Cambiamento climatico e riforestazione. Legambiente Sicilia: la Regione riapra i vivai chiusi e potenzi quelli superstiti
- data Novembre 19, 2019
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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In questi ultimi mesi l’avanzare oramai innegabile del cambiamento climatico ha portato la società civile a interrogarsi sulle azioni da compiere per contrastare i fenomeni che dal cambiamento vengono innescati e ad intraprendere attività pratiche, personali, contro il cambiamento.
Tra queste in primissimo piano la messa a dimora di alberi, il primo, efficientissimo mezzo di contrasto all’aumento della CO2. Così la Festa dell’Albero, da evento sin qui destinato ad essere appannaggio di poche associazioni, delle scuole più sensibili e di alcune amministrazioni più illuminate è diventata nel 2019 un must molto partecipato che coinvolge settori sino ad oggi mai coinvolti. Dalla campagna “1000 alberi a Quota 1000” organizzata dal Comune di Enna con la nostra partecipazione alle centinaia di feste con messa a dimora in scuole e comunità, orti sociali, e parchi cittadini. Un trend positivo, entusiasmante se non fosse che ha messo in luce una delle grandi difficoltà della macchina amministrativa regionale. Il Dipartimento Regionale per lo Sviluppo Rurale non riesce neanche lontanamente a sopperire alle richieste che, dal singolo cittadino alle amministrazioni, giungono quotidianamente per la consegna di piantine arboree da mettere a dimora. Siamo alla evidente dimostrazione della scelta errata, compiuta anni addietro, di depotenziare il magnifico comparto vivaistico della stessa azienda. A partire dal Piano vivaistico del 1976, nonostante i buoni proposito di volta in volta dichiarati, oggi la produzione vivaistica è al lumicino. Diversi i vivai oramai scomparsi, tra questi alcuni un tempo caratterizzati dalla specializzazione nella produzione di piantine fenotipicamente pregiate perché riprodotte in situ da alberi naturalmente presenti nelle zone stesse del vivaio. Ad oggi chi volesse ricevere piantine da mettere a dimora, sia esso un ente o un privato, si sentirà rispondere che a causa della enorme richiesta non potrà avere affidate più di 5 piantine. Legambiente Sicilia, ricordando alla dirigenza ed all’Assessore Bandiera che la tradizione vivaistica rappresenta invece il più bel comparto della tradizione forestale siciliana, non può che chiedere a gran voce che si corra al più presto ai ripari, riaprendo i vivai chiusi e potenziando quelli superstiti, coinvolgendo la società civile nelle attività e rendendo l’opera della vivaistica permeabile alle scuole ed alla stessa società civile.
Inoltre, Legambiente ricorda che il compito primario dei vivai forestali pubblici è quello di salvaguardare e propagare il germoplasma autoctono garantendone la conservazione e consentendo il ripopolamento anche in ragione dei tanti progetti di forestazione previsti e finanziati con i fondi comunitari che, altrimenti, finirebbero per essere attuati con esemplari dalla storia genetica diversa ed estranea a quella della nostra isola. La Sicilia ha diritto ai suoi alberi e il Dipartimento non può che essere lo strumento pubblico per la conversione di ogni metro di terra strappato all’incipiente cambiamento climatico ed alla desertificazione.
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