12.07.2019 – Con straordinaria ed inconsueta velocità il TAR di Catania ha accolto il ricorso della ditta Peri Walter, avverso la revoca dell’autorizzazione paesaggistica, rilasciata dalla Soprintendenza di Messina, per l’edificazione sulla spiaggia di Giardini Naxos di un manufatto destinato al rimessaggio di barche e alla vendita di prodotti per la nautica
- data Luglio 12, 2019
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Legambiente ha manifestato in numerose occasioni la contrarietà al progetto, impugnando innanzi al TAR, l’autorizzazione paesaggistica ed il permesso di costruzione. Revocata l’autorizzazione paesaggistica ed il permesso di costruzione, da parte delle autorità competenti, la causa si è ovviamente conclusa per cessata materia del contendere. I motivi del ricorso si possono riassumere sinteticamente in due violazioni di legge:
– violazione della legge regionale n. 78/76, perché il manufatto sorgerà davanti l’ingresso del Castello di Schisò, a meno di 150 m. dall’ingresso del parco archeologico;
– violazione del piano paesaggistico ambito 9 provincia di Messina, nella parte in cui vieta la realizzazioni di opere che costruiscono detrattori ambientali che impediscono la vista del paesaggio dal mare verso la costa e viceversa.
Il Tar ha accolto il ricorso della ditta Peri Walter per meri vizi di forma della revoca, senza entrare nel merito delle violazioni di legge. I Giudici amministrativi tuttavia danno un’indicazione molto precisa alla Soprintendenza di Messina perché adotti provvedimenti corretti per la tutela del Paesaggio e dell’interesse pubblico sotteso.
“Chiediamo alla Soprintendenza – dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – di accogliere l’indicazione dei giudici utilizzando la potestà inibitoria (non soggetta restrizioni e/o limitazioni temporali) ai sensi dell’art. 150 del dlgs n. 42/2004 per inibire che si eseguano lavori capaci di recare pregiudizio al paesaggio. Ci aspettiamo che ciò avvenga in tempi celeri ed al tal fine abbiamo anche inviato formale istanza alla Soprintendenza di Messina e all’assessorato Berni Culturali ed Ambientali della Regione Siciliana. La tutela dei beni culturali e del paesaggio che appartiene a tutti, ma soprattutto alle generazioni future, non può essere vanificata da un mero errore di forma della pubblica amministrazione”.
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