31.07.2017 – «La decisione di stoppare l’attività dell’impianto di compostaggio di Joppolo Giancaxio assunta dal titolare della ditta che lo gestisce come risposta ai controlli, agli esposti ed alle denunce che dal 2014 ad oggi si sono susseguite “puzza” neanche tanto leggermente di ritorsione ed è il chiaro sintomo di un modo di fare impresa spregiudicato e votato esclusivamente a massimizzare i profitti cercando di eludere il più a lungo possibile le regole e le prescrizioni di legge»
- data Luglio 31, 2017
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Risponde così, senza mezzi termini, Claudia Casa, direttore di Legambiente Sicilia, all’attacco frontale mosso dal sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, contro quelli che lo stesso non ha esitato a definire “pseudo ambientalisti …posseduti dalla cosiddetta sindrome di Tafazzi”. Ritiene, infatti, Cuffaro che sia da autolesionisti pretendere ed ottenere che un’attività imprenditoriale, svolta in un settore peraltro molto delicato quale certamente è quello dei rifiuti, venga condotta senza mai deviare dal percorso imposto dalle normative e senza arrecare alcun danno alla collettività.
“L’evoluzione della vicenda dell’impianto di compostaggio tra le contrade Realturco e Manicalunga di Joppolo Giancaxio è il frutto della scelta operata con evidenza fin dall’inizio dal titolare della Giglione Servizi Ecologici che, pur di realizzare lauti guadagni, ha optato non già per fare investimenti idonei a ridurre al minimo tollerabile e quindi ad eliminare i disturbi olfattivi che un impianto di compostaggio mal gestito inevitabilmente produce, ma per continuare ad incrementare sempre più i propri affari andando allo scontro con gli abitanti delle due contrade, esasperati dagli odori nauseabondi e persistenti prodotti dall’impianto. E ci soffermiamo sugli insopportabili miasmi cresciuti di pari passo con l’incremento dell’attività industriale in questione fino a superare i confini del territorio di Joppolo Giancaxio ed a lambire vaste zone contermini di Aragona, di Agrigento e di Raffadali, senza però dimenticare altre anomale attività di deposito ed interramento di materiale riconducibile ad occhio nudo alla cosiddetta frazione indifferenziata di rifiuto solido urbano grossolanamente lavorata che hanno messo parecchio in allarme gli agricoltori e gli allevatori della zona. In ragione di tutto ciò – continua la dirigente legambientina – ci meraviglia fino ad un certo punto la reazione verbalmente scomposta del sindaco di Raffadali che, dopo essersi disinteressato di questioni che riguardano anche la sua collettività di fatto ignorando una nostra segnalazione del 21 luglio 2016 con la quale mettevamo al corrente la sua amministrazione dell’avvenuto spandimento di materiale sospetto su terreni limitrofi al territorio di Joppolo ma ricadenti in agro di Raffadali, oggi ci attacca additandoci addirittura come nemici della raccolta differenziata! Anche qui siamo di fronte ad un modo di intendere e fare politica non nell’interesse generale ma come esercizio del potere a tutela di interessi particolari e di profitti molto lucrosi da perseguire in maniera avventurosa. Una volta di più – conclude Claudia Casa – questa vicenda insegna a tutti noi che i veri nemici del progresso culturale, sociale ed economico delle nostre comunità sono tutti quei soggetti che alle condotte lineari ed al rispetto delle regole contrappongono esclusivamente il proprio interesse. Gli pseudo-ambientalisti, come improvvidamente ci ha definiti il sindaco di Raffadali, sono perfettamente coscienti della necessità di disporre in Sicilia di veri impianti di digestione anaerobica e di compostaggio per costruire finalmente un vero ciclo integrato dei rifiuti volto a sconfiggere definitivamente l’emergenza continua ed a far partire finalmente una fase di sviluppo fondata sulle logiche dell’economia circolare. Ma mai e poi mai questa consapevolezza ci porterà a tollerare esperienze imprenditoriali realizzate e condotte in modo disinvoltamente deleterio e dannoso per l’ambiente e per le persone”!
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