29.03.2017 – La politica non intende mollare la presa del polposo “osso” rappresentato dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, il cui commissariamento con evidenza proseguirà sotto le mentite spoglie del Consiglio di Amministrazione appena nominato
- data Marzo 29, 2017
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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“Siamo fortemente critici in merito alla nomina, dopo sette anni, del nuovo Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi:
nonostante l’abito giuridico sia formalmente diverso nella sostanza il prodotto venuto fuori non cambia e sotto il “vestito” del nuovo organismo si confermano come predominanti sia la trama tutta politica di questo ultimo settennato che i giochi di potere messi in atto per tesserla”. Lo dichiarano Gianfranco Zanna e Claudia Casa, rispettivamente presidente e direttore Legambiente Sicilia. “La costituzione del Consiglio del Parco, – continuano – come previsto dalla Legge 20/2000, rispondeva al principio che esso dovesse essere il luogo di confronto fra gli attori locali e di definizione della strategia di governo del Parco, a partire dalla sintesi fra una serie di istanze fra loro eterogenee, da mettere in sintonia e sinergia. In funzione di questa esigenza il Consiglio doveva assicurare governo, competenza e rappresentatività. Queste tre condizioni erano assicurate dalla presenza di esperti nelle diverse discipline coinvolte nel governo del patrimonio del Parco (archeologia, paesaggio, geologia, economia, agronomia), dalla presenza dei dirigenti regionali (il presidente e il direttore del parco, nonché il soprintendente), dalla presenza dei rappresentanti degli enti locali (sindaco, presidente camera di commercio, presidente della provincia).
Questa composita costituzione ha assicurato l’equilibrio fra istanze di governo, tutela, valorizzazione e rappresentatività democratica ed ha permesso al Parco di integrarsi nella città. Non è un caso che oggi il Parco riceva un Premio nazionale del Paesaggio che è riconoscimento per l’intera comunità.
Con la nuova normativa – concludono – è evidente che tutto questo viene meno: in seno al Consiglio del Parco non c’è più rappresentanza interdisciplinare e non c’è sostanzialmente più rappresentanza democratica. Un Consiglio siffatto sarà inevitabilmente privo di quel riconoscimento e di quella legittimità condivisa che si richiede nella governance di una istituzione così importante e strategica per il territorio”.
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