23.07.2014 – La Goletta dei Laghi di Legambiente incontra l’assessore Sgarlata. Al centro del confronto i laghi Soprano a Serradifalco (CL), Ganzirri e Faro a Messina, Pergusa ad Enna
- data Luglio 23, 2014
- autore ufficiostampa
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“Chiediamo alla Regione Siciliana di farsi promotrice di un’azione coordinata di monitoraggio, salvaguardia e valorizzazione di tutti i nostri specchi d’acqua, a partire dai laghi naturali, spesso poco conosciuti dagli stessi cittadini siciliani e trascurati dalle autorità competenti, nonostante la loro elevata valenza naturalistica”.
E’ questa la richiesta avanzata da Legambiente durante l’incontro di stamattina con l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente Maria Rita Sgarlata in occasione del passaggio sull’isola della Goletta dei Laghi, la campagna ambientalista per la tutela dei bacini lacustri.
Al centro del confronto il punto sullo stato attuale e la gestione futura dei laghi Soprano a Serradifalco (CL), Ganzirri e Faro a Messina, Pergusa ad Enna. Specchi d’acqua che fanno parte di riserve naturali e sono inseriti in aree di Siti di Interesse Comunitario o in Zone di Protezione Speciale ma che soffrono di diversi problemi.
Per rendere più efficace il messaggio, i rappresentanti dell’associazione hanno consegnato all’Assessore schede analitiche per ciascuno di essi.
“Serve un’azione più incisiva da parte della Regione – afferma Gianfranco Zanna, direttore di Legambiente Sicilia – per valorizzare la bellezza delle riserve naturali, luoghi preziosi perché tutelano numerose piante rare, custodiscono diverse specie ittiche e svolgono un ruolo decisivo per gli uccelli migratori. I problemi però sono molti e devono essere risolti. Crediamo di aver fornito all’Assessore regionale un quadro utile per affrontarli. Da parte nostra continueremo ad operare sui territori per valorizzare questo straordinario patrimonio e a stimolare gli enti competenti anche dopo la partenza della Goletta dei Laghi”.
“Accolgo favorevolmente le proposte di Legambiente Sicilia – dichiara l’assessore regionale Maria Rita Sgarlata –. Nelle more dello scioglimento delle province la Regione Siciliana ha il dovere, e l’opportunità, di occuparsi di questi grandi bacini idrici che necessitano di adeguati piani di gestione e di rinaturalizzazione, allo scopo da un lato di riqualificarli attraverso adeguate operazioni di bonifica dalla presenza di scarichi di acque reflue e, dall’altro di valorizzarli, metterne a ‘valore’ le grandi potenzialità come attrattori turistici in grande espansione in tutta l’Europa. Come ampiamente anticipato, contiamo di incardinare in IV Commissione la riforma della legislazione sulle aree protette, discendenti dalla l.r. 98/81 e dalle loro successive modifiche e integrazioni, entro la fine di luglio. Il disegno di legge, che si sta portando avanti, d’accordo con tutti i Presidenti dei Parchi e tutte le associazioni attive sul territorio in materia di tutela ambientale, mira all’istituzione del sistema regionale delle aree naturali protette e a garantire, attraverso specifiche norme, forme di sostegno della partecipazione delle popolazioni locali alla gestione dei parchi e dello sviluppo delle attività ecocompatibili. A distanza di 33 anni dall’emanazione della L.R. 98/81, alla luce delle difficoltà economiche e finanziarie della Regione e a partire dal recepimento della Strategia nazionale sulla Biodiversità, che attua la Direttiva Europea in materia, una nuova legge appare non più rinviabile”.
Il lago di Soprano, nel comune di Serradifalco (CL) è una vera e propria oasi che ospita numerosa avifauna migratoria ed è luogo di svernamento per centinaia di anatre ed altre specie acquatiche. Un valore naturalistico e anche paesaggistico accresciuto dalla localizzazione in un’area povera di risorse idriche ma molto antropizzata. Il bacino è il cuore dell’omonima Riserva Naturale, di circa 60 ettari, gestita dalla provincia di Caltanissetta, e del Sito di Interesse Comunitario, oltre ad essere stato inserito tra i biotopi meritevoli di conservazione. Tra i problemi segnalati da Legambiente, spicca l’intensa attività agricola praticata nell’area della Riserva, il cui impatto in termini di sottrazione di suolo all’habitat naturale, impiego di sostanze chimiche inquinanti ed utilizzo di acqua direttamente dal lago e dalla falda per irrigare è notevole.
Altra criticità è il mancato o carente apporto a lago dell’acqua chiarificata proveniente dall’impianto di pretrattamento che riceve i reflui urbani del paese di Serradifalco prima di indirizzarli al depuratore. Un fatto che minaccia il regime idrico del bacino, mettendo in pericolo l’ecosistema lacustre. Tra le questioni portate all’attenzione dell’Assessore anche il danneggiamento della vegetazione attornoalla riva del bacino, a causa dell’avanzamento delle attività agricole, degli incendi e del pascolo non controllato. Senza contare la presenza di attività commerciali, come meccanico, gommista e centro revisione macchine, e di discariche abusiveche danneggiano l’ambiente.
“Ancora oggi, malgrado la presenza della Riserva Naturale non vi è una regolamentazione specifica vigente sul territorio – denuncia Gianfranco Zanna -. L’unico divieto applicato risulta essere quello di caccia. Manca inoltre una recinzione o un’altra forma di delimitazione dei confini della Riserva e ciò consente l’accesso indiscriminato al lago, con conseguente eccessivo disturbo per le specie animali e la possibilità di commettere qualunque azione dannosa all’ambiente. Ecco perché urge trovare forme di controllo e vigilanza dell’area”
Anche il lago di Pergusa ad Enna costituisce un’importante stazione di sosta per gli uccelli migratori. Una Riserva Naturale, tutelata anche come Zps e Sic, estesa per più di 400 ettari, che ospita ben 358 specie di flora. A gestirla è la provincia di Enna, che si trova ad affrontare alcune criticità. A partire dalla grave situazione degli scarichi: in caso di piogge abbondanti infatti gli sfioratori di piena riversano acque miste, con relativo carico organico e chimico, nei canali di adduzione al lago. La richiesta di Legambiente è di modificare il sistema fognario, separando le acque nere da quelle bianche e dirottando senza alcuno sfioro le nere verso il depuratore, e di prolungare il canale fognante. Le condizioni odierne del sistema fognante hanno infatti causato almeno due diverse crisi, nel 2008 e nel 2011, con una gigantesca fioritura dell’alga ittiotossica Prymnesium parvum che ha determinato la moria di migliaia di carpe. Ad incidere sull’ecosistema c’è anche la presenza della pista automobilistica che circonda tutto il bacino. Un Autodromo non più adeguato e quindi poco utilizzato, non giustificando quindi più alcuna esigenza di mantenimento della struttura.
“Perché non pensare – propone Legambiente Sicilia – a rinaturalizzare le aree oggi occupate dall’Autodromo, così come viene indicato da uno studio realizzato dal circolo di Enna? Sarebbe una sperimentazione di altissimo valore, considerata anche la dimensione dell’area”.
Nel Comune di Messina si trovano invece i laghi di Ganzirri e Faro. I due specchi d’acqua, collegati tra loro dal canale Margi, sono riconosciuti come luoghi essenziali per l’avifauna e biotopi caratterizzati da fenomeni biologici rari. Ora sono parte della Riserva Naturale Orientata Laguna di Capo Peloro, oltre che tutelati da un Sito di Importanza Comunitaria e da una Zona di Protezione Speciale, ma negli anni ’80 del secolo scorso sono stati al centro di una battaglia ambientalista contro la minaccia di una trasformazione in porticcioli turistici, asserviti alla speculazione edilizia. Il 2014 è stato teatro di importanti novità, grazie all’operato del Commissario Straordinario della provincia di Messina, che ha nominato il nuovo Comitato Provinciale Scientifico da diversi anni non rinnovato e ha promosso un intervento di pulizia delle sponde nel rispetto della flora spontanea, oltre ad aver dato avvio, con il nuovo dirigente all’Ambiente della Provincia Schifilliti, alla procedura per la redazione del piano di gestione della zona A finora disatteso.
“Salutiamo positivamente questi atti di buona amministrazione – conclude Zanna – a maggior ragione nell’ambito di una grande complessità naturale ed antropica, e auspichiamo che possano costituire un esempio anche per altri bacini della Sicilia”.
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