25.06.2014 – Incendi in Sicilia, scenario apocalittico e silenzi assordanti
- data Giugno 25, 2014
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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I disastri degli incendi di questi giorni sono la prima, scontata e largamente preannunciata conseguenza di una pessima legge che ha accorpato gli operai antincendio e gli operai addetti alla manutenzione dei boschi in un’unica graduatoria, su pressante richiesta dei sindacati di categoria che si sono assunti una responsabilità gravissima e storica.
“Come Legambiente da mesi stiamo facendo di tutto perché venga abolito il famigerato articolo 12 della LR 5/2014 – denuncia Angelo Dimarca Responsabile Regionale del Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – che ha ridotto il Corpo Forestale ad un assurdo immobilismo in quanto ha i mezzi ma non più il personale e le risorse finanziarie per operare, trasferiti ad un altro ufficio della stessa Regione, il Dipartimento Regionale per lo Sviluppo Rurale e Territoriale”.
Ma lo scenario apocalittico che si prefigura è legato ad un’altra circostanza.
“Sono gravissimi i silenzi di questi giorni – continua Dimarca – sulla mancata realizzazione dei viali parafuoco a difesa dei boschi demaniali. Servirebbero almeno 50 milioni di euro ed in questo momento non sono stati assunti dalla Regione gli operai per ripulire le aree perimetrali dalle erbe secche. Un incendio oggi non trova più alcun ostacolo alla sua propagazione”.
Per Legambiente non ha senso ripulire i viali parafuoco a fine luglio o ad agosto a danni verificatisi e propone invece di utilizzare subito gli operai forestali in attività di vigilanza e di presidio del territorio, per aumentare l’attività di prevenzione dagli atti criminali dolosi come rimangono comunque gli incendi, rifuggendo dai meccanismi burocratici sulla (dis)organizzazione della Forestale che stanno facendo saltare ogni presidio a tutela del territorio.
Legambiente Sicilia ritiene giusto ed essenziale che la Protezione Civile Nazionale ed il Prefetto Gabrielli vigilino ed intervengano su quanto sta accadendo in Sicilia, anche perché si tratta di uno scenario mai verificatosi sino ad oggi anche sul piano operativo.
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