28.04.2014 – No alla costruzione di un porto nella baia di Naxos
- data Maggio 03, 2014
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Il Direttivo Regionale di Legambiente Sicilia, alla presenza del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, si è riunito a Giardini Naxos per esprimere la propria posizione sulla costruzione di un porto nella baia di Naxos/Taormina alla vigilia della Conferenza dei Servizi indetta per l’esame del progetto della Tecnis SpA. Il Direttivo Regionale ha votato all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiede l’abbandono di questo progetto la cui realizzazione, violando vincoli paesaggistici e archeologici, devasterebbe sia un famoso paesaggio storico, una delle icone per eccellenza della Sicilia, sia il suo Parco Archeologico, dall’enorme valenza culturale e identitaria che dovrebbe invece divenire il fulcro di ogni concezione di futuro di questo comprensorio. Un progetto di pura speculazione privata, concepito in contrasto con qualsivoglia lungimirante prospettiva di crescita dell’economia turistica del territorio, qui basata sulla balneazione e oggi globalmente sempre più indirizzata verso un turismo culturale ed ecologico.
Il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, ha, inoltre, inviato al responsabile del procedimento e a tutte le Amministrazioni convocate una diffida dal celebrare la Conferenza dei Servizi, poiché con D.D.G. n. 1448 del 3/06/2013 il Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ha ripristinato i pareri negativi espressi dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina e del Parco Archeologico di Naxos, riportando l’iter a prima della Conferenza dei Servizi del 7/6/2011.
Nella conferenza stampa, tenutasi sabato mattina, e divenuta dibattito cittadino sul futuro del comprensorio, grazie alla grande affluenza di pubblico, il presidente del circolo Taormina Alcantara, Caterina Valentino e il direttore generale di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, hanno illustrato le paradossali contraddizioni interne del progetto definitivo della Tecnis Spa, l’approssimazione con cui sono state redatte le varie relazioni, colme di errori e dichiarazioni d’intenti continuamente smentite.
L’aspetto più inquietante riguarda il finanziamento del progetto: avrebbe dovuto essere un progetto di finanza privata e invece, su 50 milioni di spese previste, la Tecnis Spa intende investire solo 6 milioni di capitale proprio e dichiara l’opera non finanziabile dalle banche e perciò irrealizzabile se non sarà concesso un contributo pubblico a fondo perduto di almeno 25 milioni di Euro. Perché si dovrebbe finanziare un progetto non capace di stare sul mercato da solo? Perché a fronte di un irrisorio investimento, dovrebbe essere concessi per 60 anni ad una ditta privata 121.874,50 metri quadri di demanio pubblico situati in uno dei tratti più preziosi della baia di Naxos/Taormina?
La stessa ditta costruttrice rivela realisticamente nelle relazioni di non considerare particolarmente attraente il porto e dunque dedica alle costruzioni necessarie all’attività portuale una percentuale minima del progetto che, per l’ottanta per cento dell’imponente cubatura, è costituita da negozi, bar, ristoranti, locali e parcheggi. Una quinta di cemento armato, quindi, che invaderebbe la baia e circonderebbe il Parco archeologico di Naxos per pure ragioni speculative. Un progetto insensato che, come ha sottolineato il presidente nazionale, Vittorio Cogliati Dezza, umilia e degrada l’unicità di un paesaggio che è il principale motivo per cui questi luoghi vengono scelti dai turisti, omologandolo a un centro commerciale di una triste periferia di una qualsiasi città italiana.
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