25.06.2013 – Palermo. “La grave situazione in cui si trova Porta Nuova e l’intero asse di corso Vittorio Emanuele è molto chiara da almeno 10 anni. E già allora, avevamo proposto delle soluzioni, ma nulla è stato fatto e adesso si piange sul latte versato”.
- data Giugno 25, 2013
- autore ufficiostampa
- In COMUNICATI STAMPA
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Dichiarazione di Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia.
“La grave situazione in cui si trova Porta Nuova e l’intero asse di corso Vittorio Emanuele è molto chiara da almeno 10 anni.
Nel 2003 abbiamo promosso come Legambiente il progetto “Salvalarte respira pulito”, insieme all’ARPA Sicilia, al Centro regionale per il Restauro e alla Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Palermo, monitorando i monumenti e le facciate dei palazzi che si affacciano sul Cassaro.
I risultati delle analisi sono stati molto preoccupanti.
Si è calcolato, ad esempio, per difetto, che tra le 8,00 e le 9,00 del mattino, di una qualsiasi giornata normale, transitano sotto l’arco di Porta Nuova 1000 automobili circa, alcune centinaia di motocicli e un centinaio di mezzi pesanti (camion, pullman, bus, perfino autotreni). Sono quest’ultimi che creano il maggior danno al patrimonio culturale del centro storico, con il loro pesantissimo carico inquinante e, soprattutto, con le vibrazioni causate dai loro motori e dal loro peso.
Abbiamo proposto, dieci anni fa, una misura minima, ragionevole, che tamponasse una situazione che, come si è visto, poteva solo peggiorare e precipitare in situazioni irrecuperabili: chiudere al traffico pesante tutta l’asse di corso Vittorio Emanuele.
Non si è fatto nulla e adesso si piange sul latte versato.
Stiamo cancellando e imbrattando i nostri beni culturali più preziosi. Guardare quelle povere statue dei Quattro Canti, grigie, coperte da uno spesso strato di polvere sottili, che con la pioggia innescano lo “scioglimento” del marmo con cui sono state realizzate è una vergogna, uno scandalo.
Ognuno per le sue responsabilità faccia subito qualcosa, oppure sarà domani davvero troppo tardi”.
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