06.06.2013 – Scala dei Turchi. L’abbattimento dell’ecomostro: una vittoria di Legambiente
- data Giugno 06, 2013
- autore ufficiostampa
- In Ambiente
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“La demolizione di Scala dei Turchi è molto importante perché è rappresentativa di un cambiamento culturale in corso in Sicilia – dichiara il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana -. Non si arriva a questa demolizione semplicemente perché si è concluso un contenzioso amministrativo, ma soprattutto perché è cambiato l’atteggiamento della Procura e del Comune. Alcune Procure hanno cominciato a diffidare i Comuni che non demoliscono e sempre più sindaci puntano a valorizzare il proprio territorio recuperandone o salvaguardandone la bellezza. Una vittoria che premia la lunga battaglia iniziata da Legambiente nei primi anni ’90,per riuscire a bloccare questo ecomostro”.
Il mirabile esempio di speculazione edilizia venne realizzato grazie alle concessioni facili degli anni ’80 (autorizzazione per la realizzazione di un complesso turistico alberghiero in località Punta Grande data a Luigi Fretto, amministratore unico della Scatur s.r.l. con sede in Porto Empedocle, in esecuzione al piano di lottizzazione approvato con delibera consigliare n. 78 del 23.02.1983).
L’intervento – si legge in una nota della Procura – ricadeva in zona B3 (zona omogenea residenziale di completamento) del Programma di fabbricazione del comune di Realmonte che secondo l’Autorità giudiziaria veniva violato e successivamente, in detta zona, sono stati apposti vincoli paesaggistici.
La costruzione dell’albergo fu autorizzata con concessione edilizia risalente al 1989. Legambiente fece la denuncia alla Magistratura nel 1990 ottenendo, nel 1992, il blocco dei cantieri e il sequestro. Ma intanto, un primo lotto di circa 2.000 metri cubi era già stato realizzato.
Nel marzo 2011 la giustizia amministrativa ha dato definitivamente torto ai proprietari riconoscendo come inammissibile la loro proposta di sanatoria (art. 13 della legge 47/85).
A ottobre 2012 la magistratura è intervenuta ordinando l’abbattimento dell’ecomostro.
Nel novembre 2012 viene annunciato l’abbattimento: il comune agrigentino notifica ai proprietari dello scheletro l’ordinanza di demolizione entro 90 giorni, che prevede anche che se entro il termine la società proprietaria Scatur Srl non avrà ottemperato, sarà direttamente il Comune a intervenire con le spese in danno agli stessi proprietari.
La proprietà però intraprende alcune iniziative per rallentare l’iter. Il Comune (destinatario dell’ordine della Procura) per un po’ la segue, poi – con il pressing di Legambiente – stringe i tempi.
Il 6 maggio 2013, a Realmonte (Agrigento) sono cominciati i lavori di preparazione (accessi camion, studi ecc) per abbattere l’ecomostro che deturpa la Scala dei Turchi, e finalmente oggi, si è proceduto all’autodemolizione da parte degli stessi proprietari, che hanno preferito una pratica molto meno onerosa che non quella di farsi abbattere l’abuso dall’amministrazione e poi dover risarcire i costi.
La vicenda dell’abbattimento del rudere, negli ultimi tempi si era andata sempre più intrecciando con il procedimento di riconoscimento dell’Unesco della località coinvolta quale patrimonio dell’umanità, con i veti degli ambientalisti e soprattutto di Legambiente, che sulla questione non vuole fare passi indietro non soltanto sul rudere più famoso, ma anche sugli scheletri dei fabbricati del più lontano e meno visibile lido Rossello.
L’ecomostro di Scala dei Turchi non è l’unico caso di contenzioso aperto con privati accusati di avere posto in essere una cementificazione indegna. A circa un chilometro, nei pressi di Lido Rossello, ci sono infatti altri tre scheletri di cemento di strutture sotto sequestro.
MARIA CONCETTA MIRENDA -LEGAMBIENTEDEIPELORITANI
finalmente potremo visitare scala dei turchi senza quel casermone costruito sotto un costone di terra e quindi a pericolo!