22.05.2013 – Salvalarte Belìce. Al via la sesta edizione: 24 maggio -2 giugno
- data Maggio 22, 2013
- autore ufficiostampa
- In Beni culturali
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“Noi tutti viviamo a spese delle generazioni future, viviamo a spese dei nostri figli. E gli stiamo distruggendo tutto. Dobbiamo renderci conto che il paesaggio è il respiro della nostra anima. Un paesaggio distrutto non ritorna mai più. Dobbiamo tutelarlo. È la nostra memoria, noi nasciamo da lì!”
Roberto Benigni legge e commenta la Costituzione Italiana, 17 dicembre 2012
È stata presentata questa mattina a Palermo la sesta edizione di Salvalarte Belìce 2013.
Presenti Lorenzo Barbera, sociologo e protagonista delle lotte nel Belìce insieme a Danilo Dolci e Vito Bellafiore, per tanti anni sindaco di Santa Ninfa, testimonial dello spot, proiettato durante l’incontro con la stampa, per promuovere il “Viaggio della Memoria” che concluderà il 2 giugno questa edizione della manifestazione.
“Il Belìce – ha sottolineato Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia – ci offre, anno dopo anno, altri meravigliosi luoghi da scoprire, altri tesori da svelare, altre sorprese del suo inestimabile patrimonio culturale e naturalistico. E così continuiamo a conoscere e a far apprezzare altre bellezze, altri paesaggi profondi e intensi, nuove storie e antiche memorie.
C’è in noi una punta di orgoglio in questo nostro impegno, perché è continuato coerentemente e instancabilmente anche in questi ultimi difficili anni, duri e complicati per tutti, per il Paese e per noi cittadini, ma particolarmente pesanti per i nostri Beni culturali. Tagli continui, disattenzione e insensibilità e la politica, nazionale e regionale, nuovamente distante, disinteressata e indifferente alle continue emergenze del settore, al bisogno di programmazione, alla necessità di continuare su scelte di tutela e valorizzazione.
E se ciò non bastasse, si è aggiunto, sempre negli ultimi anni, un approccio economicistico, come se la cultura di per sé debba produrre reddito e, questione molto seria per un territorio interno come il Belìce, ci si continua ad affidare al solo mercato, con l’inevitabile conseguenza che si privilegiano sempre i posti in cui si vende di più, con la conseguenza che tutti gli altri restano marginalizzati. Ecco il nostro battere sulla necessità di fare rete, per costruire strutture culturali coinvolgenti, meno tristi, capaci di approcci multiculturali e multidimensionali, rilanciandone l’utilità che significa innanzitutto ricostruirne i legami con il territorio”.
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