13.03.2013 – Il crollo del rivellino di Augusta tra interventi sempre più urgenti e insufficienza delle azioni programmate
- data Marzo 15, 2013
- autore ufficiostampa
- In Beni culturali
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Lo scorso 3 marzo, verso le sei di mattina, si è verificato un importante crollo in mare di una parte del rivellino Quintana, dal lato del golfo Xifonio di Augusta.
Legambiente richiama da tempo l’attenzione sullo stato di degrado delle fortificazioni spagnole, ad esse ha dedicato più di un’edizione della campagna nazionale SALVALARTE, definendole :“Le strutture che nel tempo hanno difeso gli augustani e che oggi vanno difese e tutelate”.
Questa volta il degrado ha colpito una delle poche parti “vive” delle fortificazioni, con ancora una sua funzione determinante: connettere i due ponti che consentono il collegamento dell’isola alla terraferma. Una porzione di terra sulla quale ogni giorno transitano migliaia di persone, l’unica passeggiata sul mare di Augusta dalla quale – sebbene per pochi metri – ci si può affacciare sul porto Megarese, l’unico punto in cui il rapporto col mare si può vivere, in questa piccola “pausa” tra i due ponti, come lo hanno potuto vivere i suoi antichi abitanti
In questi anni gli unici interventi realizzati sono stati il restauro del forte Vittoria, del Castello di Brucoli, la parziale messa in sicurezza dell’Hangar per dirigibili (avviati dopo che con le campagne “Goletta Verde”, “Puliamo il Mondo” e “Salvalarte” avevamo sollecitato l’attenzione su questi beni), della porta Spagnola e alcuni interventi intorno al castello. Forte Garcia, Torre Avalos, lo stesso Castello Svevo, i bastioni, le batterie versano in totale abbandono. Così come, purtroppo, giace nel degrado il prezioso sito archeologico di Megara Iblea. Interventi di recupero programmati non sono stati realizzati per mancanza di fondi o lunghi tempi burocratici. Nel frattempo l’erosione dovuta all’azione del mare, insieme a muffe e piante infestanti provocano lo sgretolamento delle murature, distruggendo la nostra storia.
Apprendiamo dalla stampa che i tecnici della Soprintendenza di Siracusa, a seguito del sopralluogo effettuato, presenteranno un progetto di consolidamento alla Regione, nel frattempo il rivellino ha richiamato l’attenzione di altri enti: Genio Civile, Capitaneria di Porto e Protezione Civile.
Ma questo progetto, come gli altri, resteranno lettera morta se i vertici della Soprintendenza, il Governo Regionale ed il suo Assessore ai Beni culturali non opereranno concretamente e celermente per reperire i fondi necessari per la tutela dei beni culturali, storici e monumentali che rischiano di scomparire. Legambiente chiede quindi con forza che, prima della loro definitiva distruzione, tutte le fortificazioni e gli altri beni siano inseriti in progetti di immediato risanamento e indica come soluzione un’azione doverosamente solerte del Governo regionale con cui si assegni priorità alle azioni di tutela, si individuino le risorse, si dettino stringenti disposizioni alla Soprintendenza e si chieda anche alle amministrazioni locali di coadiuvare l’opera di salvataggio del passato, del presente e del futuro di questo pezzo importante della Sicilia.
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