09.01.2013 – Nomine nei parchi in Sicilia: continua la lottizzazione. Azzerare le nomine e fissare procedure di selezione ad evidenza pubblica per rispettare criteri di trasparenza e competenza
- data Gennaio 09, 2013
- autore ufficiostampa
- In Ambiente, Territorio
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La legge regionale sulle aree naturali protette stabilisce che i presidenti dei parchi vengano nominati dal Presidente della Regione, su proposta dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, scegliendoli “tra persone che si siano particolarmente distinte nella salvaguardia dell’ambiente”.
Per Legambiente la recente nomina del Presidente del Parco dell’Etna sembra sfuggire con tutta evidenza a tale requisito, e si colloca in un contesto di scelte operate “parco per parco” con criteri sempre diversi, senza una visione di sistema e con logiche di lottizzazione politica che non rispettano l’interesse pubblico generale.
“Dopo la sfilza di nomine di commissari e presidenti del precedente Governo Lombardo – dichiara Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente – avevamo chiesto al neo Assessore regionale al Territorio Lo Bello un atto preciso per l’azzeramento di tutti gli incarichi di presidente, commissario e direttore reggente, e di procedere alle nuove nomine secondo criteri di rigorosa competenza e con procedure ad evidenza pubblica comparative per scegliere le persone con i titoli più adeguati”.
“Chiederemo gli atti relativi alle nomine degli ultimi anni, dai Sicani alle Madonie ed ora all’Etna – dichiara Angelo Dimarca, responsabile Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – per dimostrare come siano state disattese le previsioni di legge. Ormai è improrogabile mettere vincoli ancora più rigorosi alle scelte discrezionali della politica e sancire casi di incompatibilità e conflitti di interesse, come quelli legati alle precedenti nomine di componenti degli uffici di gabinetto, che non possono certo amministrare un ente sottoposto a controllo della Regione stessa”.
Per Legambiente è anche necessario ed urgente un intervento legislativo per abrogare la norma della scorsa finanziaria regionale, che ha soppresso i Comitati Tecnico Scientifici ed ha previsto la presenza di soli rappresentanti dei Comuni negli organi di gestione, caso unico in Italia e contro le previsioni della legge quadro nazionale, che prevede, com’era in origine anche nella legislazione regionale, la presenza del mondo scientifico e dell’associazionismo ambientalista.
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