18.10.2012 – Elezioni regionali. Legambiente Sicilia scrive ai candidati alla Presidenza della Regione
- data Ottobre 18, 2012
- autore ufficiostampa
- In Ambiente, COMUNICATI STAMPA
- 0
di seguito il testo del documento
Ai candidati alla Presidenza della Regione siciliana
Il dibattito internazionale sul riscaldamento del clima, le assise e i protocolli internazionali volti alla riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e allo sviluppo della produzione energetica rinnovabile dimostrano quanto la questione ambientale sia diventata centrale nel nuovo millennio. Oggi, la politica e l’economia sono costretti a riconoscerlo sotto la spinta della crescente attenzione delle pubbliche opinioni, sempre più coscienti che vivere in un ambiente sano sia un diritto e non un lusso.
Questa consapevolezza ha avuto nel nostro paese una indiscutibile consacrazione con la schiacciante vittoria dei referendum contro la privatizzazione dell’acqua e contro lo sviluppo di una nuova strategia energetica nucleare.
Molte delle politiche ambientali sono in Italia demandate alle regioni e per questa ragione riteniamo doveroso dare un contributo concreto alla campagna elettorale per l’elezione del nuovo presidente della regione siciliana proponendo ai candidati alcune questioni dirimenti per valutare i diversi progetti di governo.
Il documento non ha la pretesa di esser esaustivo perché abbiamo preferito fare uno sforzo di sintesi
Acqua e Referendum:
– Vi adeguerete all’esito del referendum, obbligo peraltro ribadito da una recente sentenza della Corte Costituzionale? Eventualmente, entro quante settimane proporrete la modifica della normativa regionale?
– Nella considerazione che troppo tempo si è finora perso per risolvere il problema della carenza idrica in Sicilia, vi chiediamo quali azioni volete mettere in atto per: ridurre le perdite di rete e i fenomeni di inquinamento delle acque da destinare al consumo umano, stimolare i cittadini a un utilizzo corretto dell’acqua potabile, spingere le amministrazioni locali ad adeguare i regolamenti edilizi ai principi dell’efficienza?.
Economia:
Spesso viene confusa la green economy con la produzione di energia da fonte rinnovabile che, pur essendo parte importante dell’economia verde, ne rappresenta solo un settore.
Per green economy s’intende un vero e proprio cambiamento di paradigma, un nuovo modo di produrre beni e servizi tenendo conto degli effetti non solo in termini di sostenibilità ambientale ma anche sociale ed economica. Questa nuova economia che in Italia interessa circa il 27% delle imprese (il 20% in Sicilia), in ogni settore, dal manifatturiero all’energetico, passando per l’agricolo, è stata capace non solo di resistere bene alla crisi ma addirittura di espandersi sia nel mercato interno che in quello estero.
– Ritenete che la green economy, e cioè una radicale modifica della cultura della produzione, sia la migliore risposta per uscire dall’attuale crisi economica?
– In Sicilia i due settori più sviluppati della green economy sono quello energetico e quello agricolo, su quali scelte concrete impernierete le vostre politiche? Quali saranno le principali misure dei prossimi PSR e Piano energetico regionale?
Per esempio:
• Sceglierete di sostenere la multifunzionalità delle imprese agricole in materia di manutenzione e conservazione del territorio come avviene da tempo in Francia e Gran Bretagna. Vincolerete i sostegni del PSR ad interventi concreti di prevenzione antincendio, difesa idrogeologica, conservazione della biodiversità, ecc..?
• Supererete gli approcci all’energia rinnovabile degli ultimi due governi (Cuffaro e Lombardo), entrambi sbagliati e dannosi, partendo da quanto prevedono le linee guida nazionali, e cioè l’individuazione delle aree non idonee, a maggiore garanzia sia degli interessi delle comunità locali che delle imprese?
– Anche in considerazione del fatto che dopo la crisi ambientale dell’ILVA esplosa a Taranto nulla resterà immutato nelle politiche industriali del nostro Paese, quali scelte v’impegnate a sostenere per imporre la riqualificazione ecologica della produzione nei poli industriali siciliani come è avvenuto per quelli francesi e tedeschi?
Per esempio:
• Imporrete limiti alle emissioni più rigidi come avviene da anni in Puglia, per spingere le imprese ad accelerare il processo di riqualificazione?
• Vieterete l’uso dei combustibili maggiormente inquinanti (carbone e petcooke)?
Conservazione della natura:
Ancora oggi la politica siciliana pare considerare la conservazione della biodiversità una sorta di capriccio, un vezzo intellettuale che male si sposa con le esigenze dello sviluppo. A dimostrazione di ciò basterebbe fare due esempi: dalla loro istituzione (in media 15 anni) è stata costantemente erosa la limitata disponibilità economica delle 75 riserve naturali; la gestione dei quattro parchi regionali negli anni ha assunto sempre più connotati clientelari che li hanno fatti percepire come carrozzoni inutili e spreconi.
Senza volere in questo contesto entrare nel merito scientifico dell’importanza della conservazione della biodiversità quale unica condizione per la sopravvivenza dell’uomo, sottolineiamo invece come in altre regioni i parchi e le riserve naturali siano diventati uno strumento per lo sviluppo di comunità fisicamente marginali, ma che proprio nella valorizzazione dell’alta naturalità garantita da questa marginalità hanno trovato il modo per frenare lo spopolamento e l’abbandono delle attività economiche tradizionali.
– Quali scelte opererete per costruire una vera politica di conservazione della natura intesa quale precondizione per lo sviluppo economico della Sicilia?
Per esempio:
• Adeguerete la legge siciliana alla legge quadro nazionale (394/1991) in particolare in ordine alla costituzione degli organi?
• Sosterrete convintamene l’istituzione dei quattro parchi nazionali previsti in Sicilia e osteggiati da interessi particolaristici?
• Entro quante settimane proporrete l’istituzione del sesto parco regionale, quello dei Peloritani?
• Entro quante settimane nominerete i presidenti di tutti i parchi regionali visto che per ragioni clientelari negli ultimi anni sono stati tutti commissariati?
Una riflessione ulteriore va riservata al tema della caccia. Da molti anni ormai le associazioni ambientaliste vedono accolti regolarmente i ricorsi presentati contro il calendario venatorio. Ciò perché anche in questo ambito le scelte degli ultimi governi sono state condizionate da una logica clientelare che ha assecondato le pretese di una minoranza delle associazioni venatorie con forzature del tutto illegittime regolarmente censurate dai TAR.
– Ritenete di dover modificare questo andazzo sottoponendo il piano e il calendario faunistico venatorio alle valutazioni di sostenibilità e alle norme dei piani di gestione di SIC e ZPS?
Difesa del suolo e forestazione:
La straordinaria vulnerabilità del territorio siciliano non è stata minimamente ridotta dalle politiche forestali che pure in questi decenni hanno assorbito una grandissima quantità di risorse. Risorse che non sono servite nemmeno a preservare il patrimonio boschivo dagli incendi.
– Intendete riformare profondamente le scellerate politiche del settore?
Per esempio:
• Intendete prevedere l’impiego degli operai per tutte le attività di spegnimento degli incendi oggi svolte solo da un piccola parte di essi?
• Impegnerete gli operai prioritariamente in attività di manutenzione del territorio in zone ad alto rischio di dissesto idrogeologico piuttosto che esclusivamente nelle aree demaniali?
• Cancellerete la riforma che ha unificato Azienda Foreste e Corpo forestale, mettendo insieme controllori e controllati?
• Sopprimerete il Corpo forestale regionale accorpandolo con il Corpo forestale dello Stato?
Beni Culturali e paesaggio:
Una commissione dell’UNESCO sta valutando la possibilità d’inserire anche l’Etna nella lista dei beni dell’umanità. Nonostante questa straordinaria attenzione riservata al territorio siciliano il sistema dei nostri beni culturali sta vivendo una gravissima crisi: scarsità di risorse investite, caos organizzativo, controllo rigidamente clientelare di ogni ruolo apicale.
Questo contesto ha prodotto lo stato di abbandono in cui versano molti siti archeologici e soprattutto i tanti siti UNESCO, ma anche la mancata entrata a regime della gran parte dei piani paesaggistici. Sono costati molti milioni di fondi europei e sono ancora in gran parte bloccati dagli interessi particolaristici degli speculatori edilizi e dallo scarso interesse della politica regionale.
– Intendete puntare sulla tutela del paesaggio anche per riqualificare l’offerta turistica siciliana? Eventualmente, entro quanti mesi v’impegnate a completare l’approvazione di tutti i piani paesaggistici?
– Intendete concretamente realizzare un parco geo-minerario regionale per valorizzare il diffuso patrimonio di archeologia industriale mineraria legata alle attività estrattive dello zolfo e del sale, come già fatto in altre regioni d’Italia?
Pianificazione territoriale:
La nostra regione è l’unica a non aver aggiornato la propria normativa urbanistica negli ultimi trentacinque anni.
Non serviva perché molte modifiche estemporanee, e quindi peggiorative, sono state apportate inserendo surrettiziamente norme urbanistiche all’interno di leggi finanziarie o leggi omnibus. Come è evidente l’idea predatoria, di trasformare il territorio attraverso continue varianti, non ha certamente portato ad uno sviluppo equilibrato, ma all’abbandono della gran parte dei nostri centri storici e alla crescita di orrende periferie prive di qualsivoglia qualità.
La stessa idea ha causato la devastazione di una parte importante delle nostre coste, sottraendole alla possibilità di un’offerta turistica di qualità, e ha portato l’ultimo governo a valutare incredibilmente la possibilità di accettare una proposta di concessione cinquantennale di tutto il demanio costiero per la realizzazione di una gigantesca opera di cementificazione.
Tutto questo mentre, sia a livello internazionale che nazionale, è ormai maturata la convinzione che siano necessarie modifiche normative finalizzate a ridurre il consumo di suolo, per ragioni ambientali ma anche economiche.
– Intendete adeguare la normativa urbanistica siciliana ai nuovi indirizzi che scaturiscono dal dibattito culturale in corso: blocco di nuovo consumo di suolo agricolo e rigenerazione urbana finalizzata al recupero dei centri storici, oltre ché all’adeguamento del patrimonio edilizio esistente ai principi dell’efficienza energetica?
Rifiuti
Pochi esempi virtuosi hanno dimostrato come anche in Sicilia, se solo la politica avesse spinto nella giusta direzione, sarebbe stato possibile organizzare una efficiente raccolta differenziata e gestire i rifiuti secondo il dettato delle normative europee e nazionali. Normative che si fondano sulla riduzione della produzione di rifiuti e sul recupero di materia.
Nonostante il disastro creato dai tredici anni di gestione commissariale quasi ininterrotta, oggi la Sicilia ha un piano dei rifiuti utile per cambiare registro.
– Darete applicazione a quanto prevede il piano che punta sul recupero di materia o lo metterete in discussione per riaprire il dibattito sugli inceneritori?
– Darete attuazione alla riforma del sistema rifiuti approvata nel 2010 e rimasta inapplicata per oltre due anni?
Commenti recenti