Abusivismo sulle coste, plastica in mare, trivellazioni petrolifere: Legambiente presenta Mare Monstrum 2011. Il rapporto annuale sulle illegalità e i nemici del mare. Due casi simbolo in Sicilia: Campobello di Mazara e Realmonte
- data Giugno 22, 2011
- autore UFFICIO STAMPA
- In COMUNICATI STAMPA, Territorio
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Tra vecchio e nuovo abusivismo diffuso, ecomostri storici e qualche, ancora troppo timido, segnale positivo legato a sporadiche demolizioni, la Sicilia si conferma al top della classifica del cemento illegale in Italia. Interi litorali sacrificati allo scempio dell’edilizia fuorilegge, scheletri che da decenni fanno orribile mostra di se su alcune delle spiagge più belle dell’Isola, come quello alla Scala dei turchi, villini non finiti nelle aree archeologiche di Selinunte e della Valle dei Templi, piccole isole uniche al mondo devastate da centinaia di seconde case abusive, come a Lampedusa.
In questo scenario fa capolino un sindaco, appena rieletto alla guida della sua comunità, che ha deciso di intestarsi la battaglia degli abusivi. Succede a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, dove il primo cittadino Ciro Caravà in campagna elettorale ha promesso solennemente che avrebbe salvato una volta per sempre le 800 case insanabili che campeggiano lungomare in zona di inedificabilità assoluta. Una novità di segno opposto potrebbe arrivare da Lido Rossello, sulla spiaggia di Realmonte potrebbero avere i mesi contati le “villette degli assessori” di Realmonte, uno degli ecomostri che Legambiente ha inserito nella Top five degli scempi costieri italiani.
Campobello di Mazara, il sindaco che vuole salvare 800 case abusive (Tp)
Ciro Caravà, eletto per la seconda volta alla guida di Campobello di Mazara, ha fatto della prospettiva di una sanatoria generale la sua bandiera elettorale. La sua ferma volontà di risolvere una volta per tutte il problema degli abusivi gli avrebbe permesso di riesumare dai faldoni degli uffici della Regione un decreto datato 1973. Quella carta magicamente trasformerebbe in case legali gli 800 immobili che da decenni sono considerati insanabili perché realizzati entro i 150 metri dal mare, su cui la legge regionale del 1976 impone l’inedificabilità assoluta.
Abbiamo verificato – spiega Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia – la fondatezza delle dichiarazioni del sindaco Caravà e dei suoi consulenti a proposito della possibilità di sanare le centinaia di case abusive costruite sulle spiagge ricadenti nel Comune di Campobello di Mazara e siamo giunti alla conclusione che si tratta di una lettura forzata degli strumenti urbanistici vigenti nel Comune a partire dagli anni 70. Il decreto del 73, presentato da Caravà e consulenti come soluzione dei problemi degli abusivi di Campobello, in realtà approva il piano comprensoriale del Belice post terremoto e non prevede affatto la possibilità di realizzare le centinaia di case abusive di Capo Granitola e Tre Fontane, anzi quelle aree, sempre nel 73, furono in parte destinate a verde di rispetto della fascia costiera, zona V; a zone per attrezzature e servizi anche a fini turistici, zona F, e non erano affatto individuate come zone già urbanizzate e di completamento, zana D (in quanto tali escluse dal vincolo di inedificabilità assoluta). In ogni caso, quelle aree vennero stralciate dal piano proprio con il decreto di approvazione del 73. Quelle case sono, quindi, insanabili e rimarranno tali nonostante le dichiarazioni di Cararà e consulenti.
Un sindaco – conclude Fontana – dovrebbe puntare al rispetto della legalità da parte dei cittadini, piuttosto che cercare escamotage per favorire quelli che hanno commesso gravi abusi”.
Lido Rossello e Scala dei Turchi: gli scheletri sulle spiagge di Realmonte (Ag)
Potrebbero esserci novità importanti per le 3 palazzine mai finite sulla spiaggia di Lido Rossello: a maggio del 2011 il Consiglio di giustizia amministrativa ha bocciato il ricorso dei proprietari e ora il sindaco sembra sia deciso a procedere con le pratiche per la demolizione. Annullare le concessioni edilizie, acquisire gli scheletri e poi lasciare spazio alle ruspe. Dopo quasi vent’anni questa vergogna su una delle spiagge più belle della Sicilia meridionale potrebbe sparire dalle foto dei turisti. Siamo in una baia nel territorio del comune di Realmonte, in provincia di Agrigento. E’ un luogo di grande suggestione. E proprio per la sua straordinaria bellezza, questa spiaggia è stata al centro delle mire speculative di un gruppo di politici e di imprenditori locali, denunciati e condannati dopo la pubblicazione di un dossier di Legambiente Sicilia. Nei primi anni Novanta, utilizzando uno strumento urbanistico scaduto e in totale violazione del vincolo paesistico, alcuni assessori rilasciarono a sé stessi una serie di concessioni edilizie per realizzare palazzine in riva al mare, piantando i piloni nella sabbia e sbancando la costa di pietra bianca che completava il tratto costiero. Nel 1992 Legambiente inizia a depositare denuncie e nel 1993 la magistratura annulla la concessione e blocca i lavori. Nel febbraio del 1994 l’intera Giunta Municipale, la commissione edilizia ed alcuni imprenditori vengono arrestati, processati e condannati. Negli anni seguenti i proprietari fanno ricorso al Tar contro la sospensione dei lavori, ma senza successo, perché vengono tutti respinti.
A pochi chilometri dalle palazzine abusive degli assessori di Realmonte c’è un posto ancora più famoso, un’attrazione unica, la meravigliosa spiaggia che ospita la Scala dei turchi, una parete a gradoni di marna, pietra di calcaree e argilla bianco cangiante, raggiunta ogni giorno da centinaia di turisti. Peccato che accanto ci sia un altro mirabile esempio di speculazione edilizia realizzato grazie a concessioni “compiacenti”. E’ lo scheletro di un albergo la cui prima concessione edilizia risale al 1989 e che Legambiente ha subito denunciato alla magistratura ottenendo nel 1990 il blocco dei cantieri e il sequestro. Ma intanto un primo lotto di circa 2.000 metri cubi è già stato realizzato. Nel 2006 impugnando l’ordine di sospensione dei lavori della magistratura, la proprietà avrebbe ottenuto un parere favorevole dal Consiglio di Giustizia Amministrativa che gli consentirebbe di completare i lavori sui lotti già edificati.
Teresa Campagna 338 2116468
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